Salviplast: finiture estetiche con diversi tecnopolimeri

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Dagli anni Settanta, Salviplast (Cernusco Sul Naviglio, Milano) produce componenti termoplastici destinati al canale della subfornitura, e da oltre 20 anni sono stati affiancati da una linea a marchio proprio di articoli per la vetrinistica e l’arredamento del punto vendita. Nell’ottica di un presidio più efficace del mercato, l’azienda si è specializzata in trattamenti ad alto valore aggiunto. «A eccezione di alcuni manufatti tecnici, che non necessitano di ulteriori trattamenti, oggi il semplice pezzo stampato non basta più: i clienti di tutti i settori chiedono finiture molto ricercate, innovative», spiega l’amministratore Alberto Salvi. E per questo, a pochi passi dal reparto di stampaggio a iniezione, vengono effettuate lavorazioni di verniciatura o di cubicatura, ma anche decorazioni con stampa in quadricromina, taglio laser, piegatura a caldo e marcatura.

Nelle relazioni con i committenti, i trattamenti post-stampaggio sono una leva strategica?
Nelle forniture di pezzi stampati i clienti sono estremamente esigenti in termini di qualità, ma anche di prezzo e tempestività di consegna. Nel caso di manufatti più complessi, che richiedono trattamenti secondari, diventano ancora più critici. Questo fattore sposta l’asticella della trattativa dal prezzo alla qualità, incrementando il valore complessivo di entrambi. È questo il nostro campo di specializzazione: la nostra filosofia è di proporci come un fornitore affidabile, capace e creativo, che può dare un valore aggiunto. Un fornitore non facilmente reperibile sul mercato.

Su quali lavorazioni avete concentrato gli investimenti?
Su quelle che permettono di arricchire l’oggetto in plastica: taglio laser e piegatura a caldo dell’acrilico, marcatura in quadricromia digitale dell’acrilico, incollaggio con collanti UV ad alta precisione, marcatura con laser YAG Fibra, cubicatura. Negli ultimi due anni, abbiamo concentrato le nostre risorse nell’allestimento di un impianto di verniciatura, che ha aperto ulteriori opportunità di business. Oggi collaboriamo anche con altri stampatori, fornitori diretti di alcune case automobilistiche.

In passato, affidavate la verniciatura a fornitori esterni?
Sì, ma gestirli era diventato problematico. Spesso, i pezzi verniciati perdevano la conformità alle specifiche stabilite dal committente, che noi avevamo rispettato durante lo stampaggio. L’opportunità di integrare la lavorazione si è presentata, come detto, due anni fa, attraverso l’acquisizione di un’azienda specializzata di Milano. Gli impianti sono stati trasferiti a pochi metri dalla nostra sede e potenziati con una cabina pressurizzata per la verniciatura dei pezzi lucidi e laccati: quest’integrazione ha richiesto complessivamente 18 mesi.

Come veicolate i vostri servizi nella filiera della subfornitura?
Normalmente, ci interfacciamo con studi di design e professionisti che hanno già un rapporto con noi, o che incontriamo durante le fiere di settore cui prendiamo parte. Per esempio, un architetto, che era in contatto con il responsabile del nostro impianto di verniciatura, tramite un’azienda di stampaggio del nostro settore, ci ha affidato la verniciatura in sette colori diversi di migliaia di tulipani in plastica, cui abbiamo conferito un effetto fluorescente, destinati ad un’installazione di Expo 2015. Ancora, attraverso uno studio che collabora con un noto produttore di corpi illuminanti, abbiamo verniciato le lampade di un ipermercato dell’area milanese, usando ben 15 tinte. Per un importante gruppo, sempre nell’area milanese, cliente del nostro fornitore di acrilico, abbiamo invece realizzato dei banner verniciati in forex, delle dimensioni di 130 x 60 centimetri.

Lavorate su capitolati ben definiti?
In alcuni casi, sì. Più spesso, i nostri interlocutori ci spiegano semplicemente la destinazione finale dell’oggetto, lasciandoci liberi di interpretare e sviluppare il progetto…
continua a leggere a pag. 26 di Subfornitura News – aprile 2016

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