Nuove idee e nuove fabbriche per realizzarle: la strategia per ridare slancio alla produzione e affrontare con successo il dinamismo competitivo che caratterizza la nostra epoca. Le idee sono l’elemento scatenante, ma le imprese non dispongono di un serbatoio infinito. Ecco allora che i professionisti del marketing spostano l’obiettivo verso fonti alternative: il mercato.
Oggi la proiezione delle idee è sempre più sbilanciata verso il mercato secondo l’assunto che le idee sono dappertutto intorno a noi, in quello che ci circonda. Tutto sta nel saperle catturare. Cosa cerca la gente, cosa desidera, a cosa da valore? In molte realtà sono stati introdotti i KPI (Key Performance Index) una serie di indici che hanno lo scopo di dare alla direzione un colpo d’occhio sulla qualità, sull’efficacia e sul valore percepito delle prestazioni aziendali. Una pratica suggeribile a tutte le attività imprenditoriali. L’ulteriore passo avanti è costituito dal pensiero che il nuovo prodotto per essere vincente debba essere anzitutto «empatico». Per esserlo il mercato deve partecipare al suo concepimento. La maggior parte delle attuali startup non stanno inventando la luna. Stanno soltanto – e non è poco! – interpretando le esigenze del mercato, al quale, data la media giovanissima età, sono molto vicini. Gli stessi ideatori sono i soggetti del mercato. Piccole app fanno strage di utilizzatori. Programmi basati sull’Internet delle cose rendono intelligenti le macchine utensili, anche senza sforzi sovrumani di ideazione. Concepire e sviluppare le proprie idee di business mixando sapientemente le idee dentro e fuori l’azienda, può portare a risultati inimmaginabili. Il vantaggio non è soltanto di concepire prodotti vincenti perché empatici, ma anche di trovare nuove opportunità a problemi esistenti, di ridefinire problemi per trovare nuove soluzioni e innovazioni. Non è necessario concepire innovazioni epocali, bastano piccole cose, ma che sottendono grandi idee, di prodotto o di servizio. L’uomo partecipativo è il centro delle nuove idee. La partecipazione è un potente strumento cognitivo. Una delle grandi conquiste dei nostri tempi è la possibilità di ampliare all’infinito i nostri processi cognitivi. Utilizziamo questa possibilità che non ha vincoli, può essere gestita a piacere e ci rende veramente responsabili del nostro futuro. Progettare con il cliente lo rende partecipe fino nell’intimo e alla fine vedrà il nuovo prodotto come un’idea propria. Se poi ci spingiamo ancora un po’ oltre e pensiamo che ogni prodotto fisico compia un servizio, questa è la parola magica che definisce oggi quanto realmente si aspetta il mercato. Prodotto-servizio è un abbinamento già noto nel campo delle macchine utensili. Poiché in fondo molta parte dei servizi è incarnata in un prodotto, puntualmente ecco comparire la tecnologia additiva che consente di realizzare un nuovo tipo di comunicazione con il mercato. Salvo il fatto che a furia di protendersi vero il mercato, sta succedendo che proprio il mercato si fabbrica da solo i prodotti. Fra un po’ di tempo chi fornirà cosa? Mamma mia che confusione.
di Michele Rossi