Prealpina: le micro frese in materiali evoluti

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Le ampie competenze tecniche maturate in numerosi anni di esperienza da NS TOOL, consentono di produrre frese a partire da diametro 0,01 mm, per la lavorazione di un’ampia gamma di materiali come acciai temprati fino ad oltre 60 HRC, acciai inossidabili e superleghe.

Negli ultimi anni la NS si è spinta oltre, investendo nella ricerca di nuovi materiali alternativi al metallo duro per la costruzione di frese, reinventandone il campo di utilizzo e creando nuovi campi di applicazione.

 

La super finitura dello stampo plastica

Il nitruro cubico di boro, più conosciuto come CBN, è un materiale da taglio con durezza molto elevata, di tre volte superiore al metallo duro e seconda solo al diamante. Un importante aspetto di questo materiale è la stabilità alle elevate temperature e la sua bassa reattività chimica. Queste sue caratteristiche consentono una elevata efficienza nella fresatura di finitura di acciai temprati con durezze superiori ai 60 HRC, campo di applicazioni per cui il CBN è conosciuto oggi sul mercato. I vantaggi rispetto al metallo duro sono notevoli, come la possibilità di ottenere un incredibile qualità superficiale, ma anche una drastica riduzione dei tempi di lavorazione grazie alla possibilità di utilizzare altissime velocità di taglio, mantenendo la precisione e l’accuratezza nel tempo.

La NS, in particolare con la nuova serie di frese SSPB, ha sviluppato speciali geometrie di taglio che consentono l’utilizzo del CBN, con tutti i suoi vantaggi, nella finitura di acciai con basse durezze, a partire dai 45 HRC, ampliando quindi il campo di applicazione al tutto il settore dello stampo plastica. Ad oggi la NS offre la gamma più completa di frese in CBN del mercato, con più di 10 geometrie differenti nelle versioni piane, toriche e sferiche e con un gamma di diametri a partire da 0,02 mm.

La fresatura del metallo duro

La costruzione degli stampi in metallo duro è un’esigenza che nasce non solo per aumentare la durata dello stampo, ma per risolvere problemi di deformazione elastica dello stampo stesso dovuti alle elevate pressioni in gioco nello stampaggio a freddo o nella sinterizzazione e recentemente per resistere alle alte temperature nello stampaggio di lenti.

Fino ad oggi l’unica soluzione per la lavorazione del metallo duro era l’utilizzo della rettifica, con forte limitazioni nell’eseguire figure in 3D, o l’elettroerosione che però ha lo svantaggio di avere tempi lunghi di esecuzione e non consente di ottenere una buona finitura superficiale. La NS ha sviluppato una nuova linea di frese in metallo duro DCMB e DCMS, sferiche e piane, per consentire la fresatura diretta del metallo duro. Le frese sono rivestite con uno speciale e durissimo rivestimento diamantato depositato tramite processo CVD, ed è questo che consente il sorprendente risultato di fresare il metallo duro con il metallo duro.

 

Fresatura di lucidatura

Il PCD, o policristallino, è un materiale composito costituito da particelle di diamante sinterizzate con un legante metallico. E’ quindi un materiale durissimo, ma con bassa stabilità chimica ad alte temperature. Per questo motivo viene utilizzato comunemente per la lavorazione di materiali che creano problemi di abrasione, ma basse temperature di taglio, come nella fresatura di alluminio ad alto tenore di silicio o dei materiali compositi. Il team di ingegneri nipponici ha sviluppato tramite l’utilizzo di questo materiale la nuova linea di frese PCDRB. Questa fresa sferica presenta una geometria singolare, in quanto la sfera, composta integralmente da PCD, non presenta i vani scarico classici delle frese tradizionali, facendo assomigliare l’utensile più a una mola che a una fresa. Il campo di impiego per cui è stata studiata questa innovativa fresa è la finitura dei così detti materiali fragili come la ceramica e in particolare per la finitura degli stampi in metallo duro. Un recente upgrade della geometria ha consentito di ampliare il campo applicativo di questo utensile.

Infatti è possibile oggi utilizzare la PCDRB anche su acciai, temprati e non, per ottenere finiture così spinte, da risultare delle vere e proprie lucidature. È infatti possibile ottenere superfici finite a specchio con rugosità nell’ordine dei nanometri, inferiori a Ra 0,03 μm.

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