Processo che vai, usanze che trovi

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industria-4-0-liveQuand’è che una mucca funziona in modo ottimale nella stalla? Elementare Watson: quando produce profitto, cioè latte. La vacca oggi ha dato meno latte del solito, da parecchi giorni non vuole mangiare e ha perso peso? Lo schermo amico del PC rivela i dati e fornisce informazioni preziose al contadino nel soggiorno buono, dove ha installato il suo centro operativo. Un terminale alfanumerico tiene un breve discorso di questo tenore: “Carolina ha tre anni, il suo ciclo del latte non è normale, non sta bene, ha bisogno di foraggio più secco, è prossima la nascita di un vitellino”. Cos’è, una sorta di smart factory farming?

Quand’è che una macchina utensile funziona in modo ottimale in officina? Elementare Watson: quando produce profitto, cioè truciolo. Come l’agricoltura, così l’industria manifatturiera passa dalla meccatronica alla smart manufactoring. In qualsiasi fiera specializzata oggi potrete provare a separare i miti della fabbrica digitale dalla realtà del mondo in cui lavoriamo. Come dire: industria che vai, usanze che trovi. Come dire: anche la macchina utensile come la mucca Carolina oggi può essere comodamente monitorata dal soggiorno buono in casa dell’operatore. Insomma, il rilancio industriale passa oggi dal digitale. Ma in che modo? Con algoritmi per l’analisi dei dati, processi a elevata automazione, macchine comunicanti e stampa 3D, strumenti per ritrovare competitività e occupazione. Se però cercate bene nelle fiere specializzate, con vostra grande sorpresa, non troverete un confine ben definito tra la fabbrica digitale e la realtà del luogo in cui lavorate. Il risultato vero che Industry 4.0 mette in luce è il mito del compromesso, in cerca di sicurezza e consensi. È il solito effetto che entra in ballo quando vengono proposte le nuove tecnologie.

L’immagine moderna dell’innovazione non nasconde forse un segreto timore delle nuove tecnologie e dei cambiamenti che esse comportano? Il passaggio dalla meccatronica alla smart manufactoring interpreterà le esigenze degli utilizzatori di sistemi per produrre con soluzioni personalizzate? Certo che lo farà, anche perché l’industria italiana della macchina utensile è riconosciuta in tutto il mondo sia per l’elevata qualità, sia per la forte personalizzazione. Ed ecco il vero compromesso: il momento magico della meccanica, cioè la storia d’amore con l’elettronica, crea una situazione di gioiosa complicità non solo con l’informatica, ma pure con le risorse umane che devono operare su tecnologie d’avanguardia; risorse che devono fare capo a giovani motivati, curiosi, competenti e appassionati di meccanica. Questa complicità è la base su cui costruire il futuro delle imprese. L’alternanza scuola-lavoro cambierà profondamente la vita degli studenti e quella delle imprese.

Le innovazioni digitali porteranno possibilità inedite, con un impatto sulle più piccole situazioni della vita quotidiana così come sui grandi processi produttivi. Abbracciare la trasformazione dalla meccatronica alla smart manufactoring significa portare nuove competitività ed efficienza alle imprese, passando da oggetti intelligenti a sistemi intelligenti. Le soluzioni sono tante, ma non tutte ugualmente mature; proprio le alterazioni sfrenate di queste rivoluzioni insegnano quanto sia importante la salvaguardia delle risorse umane, per integrarle con buon senso nei cambiamenti in corso. L’Industry 4.0 del resto parla chiaro: il cambiamento è come le noccioline, una tira l’altra.

di Enzo Guaglione

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