Turbina in titanio? Sì, “dal pieno”!

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Descriviamo in che modo è stato lavorato il rotore di una turbina in titanio Ti64A1 “da blocco solido”. Un caso tecnologico senza precedenti al mondo.

Le leghe di titanio sono materiali di grande leggerezza, di elevata resistenza meccanica, di ottima resistenza alla corrosione e al creep (cioè a sforzi costanti alle alte temperature), oltre che duttili, trattabili termicamente e altamente biocompatibili. Tutte queste caratteristiche rendono il titanio e le sue leghe materiali sempre più “popolari”, utilizzati cioè in un’ampia varietà di applicazioni industriali. Tuttavia, i pezzi in titanio sono anche ostici da realizzare, sia per l’elevata difficoltà nel rispettare le tolleranze di progetto, sia per l’elevata usura degli utensili da taglio; senza dimenticare altri “inconvenienti” come l’infiammabilità e l’importante costo. Ciò rende il titanio un materiale molto utilizzato, soprattutto in ambito aerospaziale, ma nel contempo non particolarmente amato. Per tale ragione, sono allo studio soluzioni e progetti innovativi per ottimizzare e per rendere ancora più fruibile il processo di lavorazione del titanio.

In questo articolo ne approfondiamo uno particolarmente interessante, Manunet Timac-64A1, progetto europeo che ha coinvolto diverse imprese e università, al fine di ottimizzare la lavorazione di alta precisione di componenti in leghe di titanio mediante lo sviluppo di una nuova generazione di utensili e attrezzature. Più precisamente, il progetto, il cui inizio è stato dato nel 2011, mirava alla costruzione di una turbina, o meglio, di un rotore in titanio Ti64A1 “dal pieno”: una realizzazione mai tentata in precedenza.

L’articolo prosegue all’interno dello sfogliabile, da pagina 24: http://pixelbook.tecnichenuove.com/newsstand/macchineutensili/viewer/9340e4590fbb78b3bcc2921fda57e4a6/.

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