Vedrete che belle sfide!

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La scuola da sempre richiama volti, eventi, atmosfere, consuetudini, oltre naturalmente istruzione e conoscenza. Ho letto sul Corriere della Sera un’interessante classifica dei licei di Milano: istituti al top, altri meno distinti. Due sono i criteri analizzati: capacità di preparare i ragazzi agli studi successivi, formarli per trovare un impiego. Se ti guardi intorno, ti lasci conquistare dal fascino della preparazione post-scolastica, dalle linee supertecnologiche, con il cuore proiettato verso il tanto temuto mondo degli sbocchi occupazionali. E qui entra in gioco ancora una volta l’Industria 4.0, origine di ogni bellezza tecnologica, che chiama i giovani ad accogliere il futuro senza mezze misure. La quarta rivoluzione industriale sembra dire: “Vedrete che bello, vedrete che sfide, ma non scoraggiatevi!”. Ecco che per accompagnare i giovani nella nuova realtà, l’Industria 4.0 alimenta il desiderio di nuovi e infiniti orizzonti; ma per camminare in comunione con essa, la scuola non basta e allora nascono master di vari livelli per dare risposte alle nuove esigenze professionali. Obiettivo: preparare giovani ingegneri a inserirsi nel mondo del lavoro. Come? Acquisendo quel bagaglio di competenze tecniche e comportamentali richieste dalle aziende ormai digitalizzate. Però, non bastano i master e dintorni, quindi alla scuola di oggi si richiede uno sforzo di ammodernamento non solo formale, ma anche pratico, con una buona organizzazione di alternanza scuola–lavoro. Sì, perché la riforma della scuola deve investire sullo sviluppo delle conoscenze necessarie al futuro e ciò in tre settori chiave: lingue, competenze digitali, scuola–lavoro. Pare che in materia di alfabetizzazione digitale, il ministro dell’istruzione stia investendo oltre 1.5 miliardi di euro attraverso il “Piano Nazionale Scuola Digitale”, per dare a tutti gli studenti le basi atte a comprendere e governare le tecnologie sempre più centrali sia nella nostra quotidianità sia nella vita professionale. Personalmente sono ottimista, perché vedo che già nella scuola media e nei licei la digitalizzazione è elevata; comunicazioni, anagrafica e curriculum dello studente, assenze, autorizzazioni, pagelle, registro docenti, registro di classe, materiale didattico, prenotazione colloqui, tutto è a portata di PC attraverso un registro digitale per i genitori. I paradigmi dell’Industria 4.0 hanno quindi fatto il loro ingresso sia nelle case sia nelle fabbriche; le tecnologie digitali, infatti, hanno portato nella liera della vita privata e professionale un’innovazione costruttiva incentrata sull’uso di tante tecnologie, riconosciute come parte integrante del cosiddetto Internet delle cose.

Gestire il cambiamento non è facile e la scuola, i corsi di specializzazione, i master e quant’altro sono risorse davvero preziose. E qui è doveroso citare la LIUC – Università Cattaneo, che realizza il Master in Meccatronica e Management MEMA, finanziato da Abmedica, D’Andrea, Festo, Hydac, KukaSEW-Eurodrive e patrocinato da AIDAM, Tecniche Nuove e la fiera MECSPE.

Le opportunità introdotte con l’Industria 4.0 portano a definire un nuovo profilo di competenze chiave, non solo per il successo delle realtà produttive, ma anche per l’affermazione delle risorse umane. La logica d’integrazione delle varie competenze tecniche insieme a capacità relazionali e gestionali diventa il fattore distintivo premiante. Che dire ai giovani destinati alla fabbrica digitale? Vedrete che bello!

di Enzo Guaglione

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