Le Pmi della meccanica campane promuovono il Piano Industria 4.0

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Giudicati positivamente gli effetti sul settore

Tempo di bilanci per le Pmi della meccanica del Centro-Sud Italia, a circa un anno di distanza dalla presentazione del Piano Nazionale Industria 4.0 del ministro Calenda.

Secondo la fotografia dell’Osservatorio MECSPE sulle regioni centro-meridionali, presentato il 5 febbraio a Napoli da Senaf in occasione della sesta tappa dei “Laboratori MECSPE Fabbrica digitale, La via italiana per l’Industria 4.0” dedicata al focus “Industria 4.0 e aerospazio”, il 64,7% degli imprenditori intervistati giudica positivamente o discretamente gli effetti sul settore, seppur esprimendo la necessità di una minore attenzione rivolta alle grandi imprese e di un progetto pluriennale. Il dato è in linea con lo spaccato regionale relativo alla Campania, che si attesta al 65%. In particolare, tra le iniziative previste, il campione centro-meridionale attribuisce grande rilevanza al miglioramento delle infrastrutture digitali abilitanti (60%), alla creazione e coinvolgimento attivo in gruppi di lavoro (50%), al potenziamento del fondo di garanzia per le Pmi (40%) e agli incentivi per piani formativi sulle tecnologie digitali abilitanti (35,7%). La percentuale della rilevanza data all’iper-ammortamento per i macchinari funzionali alla digitalizzazione (21,4%), si distanzia notevolmente della rivelazione nazionale, che si attesta al 69,7%.

La Campania, e in particolare Napoli, si confermano un territorio vitale e un importante punto di riferimento per tutto il Centro-Sud – ha commentato Maruska Sabato, project manager di MECSPE (Fiere di Parma, 22-24 marzo 2018) –. I dati dell’Osservatorio MECSPE mostrano che il clima di fiducia nei confronti dei mercati di riferimento e delle prospettive di crescita aziendale non è una prerogativa esclusivamente del Nord, rivelando soprattutto come la propensione all’innovazione delle imprese campane sia particolarmente spiccata, con ben 8 realtà su 10 disposte a investire parte del proprio fatturato per trasformare la propria impresa in una fabbrica intelligente. Ecco perché abbiamo scelto proprio Napoli come tappa dei ‘Laboratori MECSPE Fabbrica digitale, La via italiana per l’Industria 4.0’. Una città rappresentativa che potesse condensare il cambiamento in corso attraverso le sue eccellenze, come le numerose realtà del settore aerospazio”.

Il Piano Industria 4.0 è una sfida che investe tutte le imprese attente al cambiamento interessate a cogliere le opportunità che derivano dalla quarta rivoluzione industriale – ha spiegato Luigi Carrino, presidente del Distretto Aerospaziale della Campania –. Significa crescere in competitività grazie a diversi strumenti che vanno dalla digitalizzazione dei processi produttivi alla valorizzazione del capitale umano. L’aerospazio è la filiera che sviluppa maggiore innovazione e questo dato ci induce a vivere con più responsabilità l’opportunità di fare da traino per tutti gli altri comparti”.

Si respira dunque un’aria positiva, anche tirando le somme sul percorso delle imprese verso l’innovazione e la valutazione della propria posizione aziendale in rapporto al processo di Industria 4.0: il 41,2% degli intervistati campani si sente in linea con le competenze richieste (dato sostanzialmente vicino allo spaccato delle altre regioni del Centro-Sud, che si attesta al 45,2%), mentre il 29,4% considera addirittura di stare precedendo le azioni dei propri competitor, un dato di circa 10 punti percentuali maggiore al campione medio centro-meridionale, che raggiunge “solo” il 19,4%. In questo contesto, la figura driver preposta a stimolare-guidare il processo di innovazione digitale in azienda è, per il 44% del campione analizzato, l’imprenditore (contro un 28,6% relativo alla media delle regioni del Centro-Sud).

La percezione positiva si estende anche ai benefici che la tecnologia sta apportando al personale: ben l’88,5% degli imprenditori centro-meridionali ritiene che questa sia in grado di migliorare la qualità del lavoro, mentre il 54,5% è convinto che i dipendenti la vedano come un’opportunità anziché una minaccia.

Dall’Osservatorio MECSPE sono emersi dati di grande interesse – ha affermato Riccardo Resciniti, professore ordinario di Economia e gestione delle imprese presso l’Università degli Studi del Sannio. In particolare, l’indagine mostra come le imprese, e quelle campane in particolare, attribuiscano grande rilevanza alle tematiche di Industria 4.0 e al relativo piano del governo, chiedendo ulteriore attenzione per le piccole e medie imprese. In Campania è per lo più direttamente l’imprenditore a lanciare il processo di innovazione digitale in azienda, segnando anche un maggiore impegno rispetto a quanto accade in altre regioni centro-meridionali”.

Dal punto di vista della preparazione complessiva che la Quarta Rivoluzione Industriale richiede al personale nell’analisi e gestione dei dati, il livello di competenze è giudicato alto dal 45% degli intervistati e medio da 55 imprenditori su 100 nel Centro-Sud. In Campania per migliorare la formazione il 45,5% delle imprese adotta delle attività dedicate alle competenze digitali, affidandosi a metodi che prevedono il supporto di strumenti tecnologici (27,3%) o utilizzando metodi tradizionali come letture, confronti, dibattiti e corsi (18,2%). Il 18,2% afferma invece di non avere al momento delle azioni ad hoc, ma di prevedere in futuro di introdurre una formazione adeguata.

Le Pmi della meccanica che a oggi hanno introdotto nelle regioni del Centro-Sud nuove tecnologie abilitanti hanno privilegiato soluzioni per la connettività (62,5%), la sicurezza informatica e l’Internet of Things (entrambi con una percentuale pari al 43,8%), la produzione additiva (37,5%) e la robotica collaborativa (31,3%). Entro la fine del 2018, inoltre, la sicurezza informatica, i materiali intelligenti e la realtà aumentata saranno presenti nel 25% delle aziende centro-meridionali. La digitalizzazione generale raggiunta nelle officine è alta, soprattutto quando si parla di progettazione e sviluppo del prodotto (66,7%), della relazione con il fornitore di macchine (56,3%) e della relazione con il cliente e con i canali di vendita (43,8%). Tra gli effetti maggiormente attesi, il 54,5% prevede fino al 15% di aumento dei ricavi, mentre ben l’80% prospetta lo stesso risultato per quanto riguarda la riduzione dei costi.

Al momento, nel Centro-Sud i principali fattori di rallentamento della digitalizzazione sono rappresentati dall’arretratezza delle imprese con cui si collabora (42,1%), dalla mancanza di una chiara visione della direzione da intraprendere da parte del top management (31,6%), da un rapporto incerto tra investimenti e benefici (21,1%), dalla mancanza di competenze interne (21,1%) e dagli investimenti richiesti, considerati troppo alti (21,1%).

Per quanto riguarda gli investimenti nei prossimi anni, ben il 90,5% del campione è disposto a investire una quota del proprio fatturato per trasformare l’impresa in una fabbrica intelligente.

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