Editoria 4.0

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Riporto una frase dello scrittore Alessandro Baricco: “Quando muore qualcuno, agli altri spetta di vivere anche per lui“. Ora tocca a tutti noi salvaguardare l’opera di Giuseppe Nardella, fondatore e presidente del gruppo Tecniche Nuove, e quindi dobbiamo vivere anche per lui.

Ogni rivoluzione rappresenta in senso ampio processi storici, anche graduali, che finiscono per determinare il mutamento di un aspetto sociale, politico o professionale; Giuseppe Nardella è stato artefice di un’epoca editoriale che non può correre il rischio di scomparire insieme con lui, quindi il figlio Ivo, con l’aiuto di tutti i suoi collaboratori, ha il difficile compito di custodire la sua opera, con la quale Giuseppe ha instaurato un nuovo ordine per comunicare. Ho lavorato mezzo secolo con lui e ho vissuto anno dopo anno una vera rivoluzione editoriale: un cambiamento radicale nei metodi e nelle procedure operative all’interno di Tecniche Nuove, che mi piace definire come una sorta di comunità tale da portare la casa editrice a integrarsi egregiamente nel contesto di Industria 4.0. Insomma, Editoria 4.0, una rivoluzione che potrebbe nascondere qualche insidia inquietante; l’insidia sta nel capire come funziona questo nuovo modo di fare informazione, ma più di una volta mi sono chiesto: è vera rivoluzione? Non è per caso un’evoluzione del modo di produrre la stessa informazione, che Giuseppe ha intravisto con felice intuito già tanti anni fa? Io oggi riesco a vedere in Tecniche Nuove alcune tecnologie abilitanti definite in Industria 4.0: per esempio sistemi avanzati di comunicazione interconnessi e modulari; lettura e visione degli articoli con una sorta di realtà aumentata grazie alle fiere e ai corsi; simulazione dei processi produttivi con macchine interconnesse; integrazione; scambio di informazioni tra tutti gli attori del processo produttivo; comunicazione tra elementi della produzione, non solo all’interno dell’azienda, ma anche all’esterno per merito di Internet.

Non ci sono dubbi, l’ambizione dello scomparso editore nata poco più di cinquant’anni fa è stata poi premiata nel corso dei successivi anni, facendo guadagnare alle principali aree tematiche industriali la capacità di fare impresa, grazie a una comunicazione davvero globale sostenuta da mezzi 4.0.

La quarta rivoluzione industriale somma all’innovazione tecnologica un profondo cambiamento formativo-informativo; ecco che nelle fabbriche digitali appaiono come fantasmi la formazione e l’informazione, che sono asset fondamentali di Tecniche Nuove. Grazie, allora, caro Giuseppe! Per azione dell’interconnessione e della collaborazione tra le varie attività della casa editrice che hai fondato nei lontani anni sessanta, il panorama della comunicazione sta cambiando, diventando un prezioso strumento per l’intero settore manifatturiero; uno strumento formativo capace di inserire i giovani nel mercato del lavoro, una vera risorsa per le fabbriche digitali. Oso dire, con una giusta punta d’orgoglio, che l’Editoria 4.0 iniziata da Giuseppe Nardella sta influenzando le dinamiche del lavoro già adesso; e lo farà ancora di più nei prossimi anni se il passaggio generazionale nelle mani di Ivo Nardella continuerà a far vivere con lui l’opera del fondatore. Un saldo, positivo, che può colmare il vuoto lasciato da Giuseppe, il quale così inaspettatamente ci ha lasciato.

di Enzo Guaglione

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