Efficienza in primo piano: la verifica e la calibrazione

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Massimizzare l’efficienza è l’obiettivo, ma come? Con la verifica e la calibrazione della macchina utensile inizia un viaggio verso l’ottimizzazione delle risorse, anche se alcuni aspetti non sempre sono evidenti.

Verso una maggiore competitività

Si parla molto di efficienza, in realtà un termine astratto che sta a significare “capacità costante di rendimento e di rispondenza ai propri fini. […] Essere nella pienezza delle proprie capacità” (Devoto Oli, Dizionario della lingua italiana). Quindi efficienza è avvicinarsi quanto più possibile ad una condizione ideale, dove non esistono “perdite” di alcun tipo. Ma quando si parla di un processo produttivo? Certamente il cuore è la macchina utensile, con tutte le sue complessità e il bagaglio di aspettative che si porta appresso. Oggi stanno sempre più prendendo piede gli indicatori, di vario tipo e di varia natura, che vorrebbero quantificare l’efficienza, o l’inefficienza, di un processo produttivo o di un impianto-macchina ma, pur arrivando a produrre un numero, cioè ad ipotizzare una misura, non danno sufficienti indicazioni su dove e come si verifica lo scostamento dalla condizione ideale, lasciando quindi un ampio margine alla libertà di interpretazione.
Comunque la si misuri o la si consideri, i molti aspetti dell’efficienza hanno un unico obiettivo: ridurre il costo per pezzo e assicurare un vantaggio competitivo.

 

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