Alluminio: andamento e previsioni per il 2018

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andamento alluminio

Poste le premesse, è indubbio che il 2017 abbia rappresentato per l’alluminio un’ottima annata dal punto di vista del fabbisogno globale che è cresciuto del 6% e ha proseguito la sua corsa segnando un ulteriore passo avanti del 5% per un impiego di 67,3 milioni di tonnellate.

Alluminio, tra crescita e deficit

In aumento anche la produzione (+5,7% nel 2017 e di un probabile 2,8% quest’anno) nonostante la riduzione di capacità prevista o effettivamente sancita dalle autorità cinesi, stimata in ben 10 milioni di tonnellate. Nel Paese gli acquisti sono risultati in ascesa per 7,8 punti in direzione dei 35 milioni di tonnellate, mentre hanno prevedibilmente sofferto le esportazioni appesantite dalle misure anti-dumping. I contraccolpi dei dazi si riverberano sul resto del pianeta: le scorte erano pari a 2,9 milioni di tonnellate alla fine del 2017, un milione in meno di quante non se ne contassero nel 2016. La copertura del fabbisogno equivaleva pertanto a soli 36 giorni: al termine del primo semestre 2015 erano 115, secondo Assomet.

Ripercussioni sui prezzi dell’alluminio

Il quadro complessivo ha favorito un’impennata (+22,7%) dei prezzi al London Metal Exchange, dove essi si sono attestati all’inizio di quest’anno a 2.256 dollari per tonnellata. Scarsezza degli stock e limiti alla produzione cinese sono stati fra i fattori che, nell’opinione dell’associazione, hanno contribuito a calmierarli, riportandoli verso la soglia dei 2.200 dollari in estate. Fra i colossi asiatici ha viaggiato a pieno regime la domanda da parte dell’India: +5,6% nel 2017, per 2,1 milioni di tonnellate. Laminati ed edilizia hanno bilanciato in Nord America la diminuzione d’appetito delle quattro ruote. Mentre si prevede un futuro roseo per gli estrusi, Assomet ha notato come l’utilizzo di alluminio primario si sia sviluppato in misura soddisfacente mettendo a segno un +2,6% per 6,8 milioni di tonnellate.

Il report di Assomet si è concentrato anche sulla Russia (dove è critica la situazione di Rusal proprio a causa delle tensioni con gli States) rilevandovi una crescita del 10,9% della domanda. Per finire, trainata da Germania, Italia e Francia, l’Eurozona si è resa protagonista di un boom importante che ha condotto «ai suoi massimi il Purchasing managers index manifatturiero». Il business dell’alluminio ha guadagnato terreno e l’automotive ne è stato uno degli sproni. Comprendendo anche la Turchia, la richiesta è stata pari a 9,4 milioni di tonnellate (+3,4%).

 

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