CO2 da inquinante a carburante? Possibile e vantaggioso!

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Un impianto pilota dimostra che la conversione della CO2 in carburante non è solo possibile ma anche vantaggiosa.

Che l’anidride carbonica possa diventare, da inquinante atmosferico, una fonte di energia è assodato. Sono già stati effettuati degli esperimenti che dimostrano che ciò è possibile (leggi anche: CO2: da inquinante a carburante pulito tramite la catalisi) ma ciò che fino ad ora ha frenato sull’adozione di tale tecnologia è il fatto che essa sia risultata costosa ed economicamente non vantaggiosa.

CO2 da inquinante a carburante… a basso costo!

I sistemi DAC (Direct Air Capture) sono stati discussi per decenni senza che venissero adottati su larga scala in quanto sono sempre risultati troppo costosi. Tuttavia, dopo 3 anni di funzionamento, sembra che un sistema DAC costruito dalla Canadian Company
Carbon Engineering (CE), sia riuscito a limitare sensibilmente i costi di gestione divenendo più vantaggioso delle previsioni. I precedenti studi infatti stimavano un costo di 500-1.000 dollari per tonnellata, l’impianto della CE, dati alla mano, ha fatto registrare costi compresi tra i 94 e i 232 dollari per tonnellata.

Come funziona un sistema DAC?

L’impianto pilota è stato realizzato a partire da una torre di raffreddamento industriale rimodellandola per trattenere l’anidride carbonica dall’aria per poi convertirla da gas a solido e reimmettere gas puro. Nelle fasi iniziali il processo impiega una soluzione di idrossido liquido per imprigionare la CO2 e convertirla in carbonato. Questo viene quindi trasformato in pellet, che a loro volta vengono riscaldati in un forno industriale per produrre gas di anidride carbonica puro.

Tale gas può essere impiegato come base per la costruire un combustibile sintetico. L’azienda ha sviluppato un processo chiamato Air To Fuels, che utilizza l’elettrolisi dell’acqua e le tecniche di sintesi dei carburanti per trasformare la CO2 pura ottenuta tramite il sistema DAC in combustibile a base di idrocarburi liquidi. CE afferma inoltre che questi carburanti sono compatibili con le infrastrutture di trasporto esistenti.

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