Rame: prezzo, consumo e previsioni nel 2018

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andamento e prezzo rame 2018

Nel suo rapporto Assomet ha previsto per il 2018 una possibile situazione di surplus per il rame (40 mila tonnellate) citando lo International Copper Study Group e ricordando che invece nel 2017 il mercato è risultato in deficit per circa 150 mila tonnellate.

Il saldo negativo del rame

Una frenata, questa, dovuta secondo gli analisti ad alcune importanti interruzioni della fornitura in Cile e Indonesia, fra gli altri; nonché all’assenza di nuovi progetti estrattivi di qualche rilevanza. Dopo il +1% segnato lo scorso anno, il rame raffinato è atteso a un +2,7% e la disponibilità ampia di rottame ha spinto a +4% le attività legate al secondario.

Prezzo: andamento e previsioni

Assomet giudica i prezzi «in tensione» e pronostica «un prolungato deficit», contestuale a un aumento della domanda influenzato altresì dalla vivacità, superiore alle previsioni, dell’industria dei veicoli elettrici.

Negli ultimi tre mesi dell’anno il rame ha stabilito i suoi record di prezzo degli ultimi quattro anni con 7.313 dollari per tonnellata (+30% sul 2016). La media annuale del London Metal Exchange è stata di 6.170 dollari, con un incremento del 27% rispetto alla precedente annata, quella a tre mesi di 6.194 dollari.

Su entrambe le quotazioni ha pesato per Assomet la debolezza della divisa statunitense, sommata per contro all’andamento positivo dell’economia cinese. Altri istituti internazionali hanno pronosticato per l’oro rosso prezzi del 3% circa più bassi del previsto nel terzo e quarto trimestre del 2018. Tendenzialmente però, date anche le specificità della commodity, si ritengono probabili un rimbalzo e un posizionamento oltre la soglia dei 7.000 dollari (addirittura a 7.600 secondo alcuni).

Consumo: la Cina fa da padrone, ripresa da USA, Brasile e Russia

Le infrastrutture catalizzano la domanda di rame ovunque e in special modo in Cina e in India. In particolare, Assomet si è soffermata sulla crescente fame di rame a usi elettrici che il Dragone continua a dimostrare. Nel 2017 a Pechino sono stati prodotti 136 milioni di impianti di condizionamento e circa un terzo di essi integra scambiatori di calore in rame da 5 millimetri; contro la quota minoritaria delle componenti in alluminio. Per l’anno in corso gli acquisti di materia prima nella Repubblica Popolare dovrebbero arretrare leggermente, zavorrati dalla debolezza del ferroviario (-8,6% già nel 2017) e del panorama building. Una ripresa si attende da Russia, Stati Uniti, Brasile.

Leggi l’articolo completo sul numero di Settembre di LAMIERA 2018

 

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