Il lubrorefrigerante della discordia

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ArbejMetal S.r.l. è una delle tante imprese che, negli anni scorsi, fu colpita dalla crisi del comparto manifatturiero italiano. Egidio Sondo, figlio del fondatore e attuale titolare dell’officina, racconta: «La nostra realtà si occupa da sempre di lavorazioni meccaniche di tutti i tipi, prevalentemente di asportazione truciolo su centri di lavoro a 3 e 5 assi e su torni multitasking». Per superare la fase di stagnazione del mercato, ArbejMetal avviò alcuni anni fa una profonda opera di revisione aziendale, in particolare per abbattere i costi di produzione, eleminare gli sprechi e ottimizzare le risorse produttive. «Tirammo la cinghia – continua – e fummo costretti a tagliare qualche “costo di troppo”. Una delle voci “riviste” fu quella legata al lubrorefrigerante: scegliemmo un prodotto nuovo, che ci fece risparmiare sui costi di produzione: non molto, in verità, ma comunque fu un piccolo miglioramento». Il nuovo lubrorefrigerante era prodotto e commercializzato dalla Podna S.r.l., realtà attiva nello sviluppo e distribuzione di ausiliari chimici di produzione.

Dopo alcuni mesi di utilizzo, tuttavia, iniziarono alcuni problemi. Sondo spiega: «La resa del prodotto era ottima dal punto di vista del taglio, in officina, però, si diffuse un cattivo odore, molto forte, certamente determinato dalla nuova emulsione che, di fatto, rendeva impossibile l’attività lavorativa». Furono immediatamente convocati i responsabili della Podna i quali, accertata la presenza di batteri e funghi in corrispondenza delle vasche a bordo delle macchine, agirono sulle miscele aggiungendo antibatterici e altri additivi chimici. Nel giro di pochi giorni l’odore sparì, ma dopo un paio di settimane si ripresentò più forte di prima. «L’odore non era propriamente cattivo – prosegue Sondo -. Eppure, a nostro avviso, risultava ancora più intenso, tanto da non permettere ai nostri addetti di lavorare oltre un certo orario; per questo furono richiesti altri interventi ai tecnici della Podna i quali, tuttavia, insistevano asserendo che il problema era stato risolto, e che l’origine delle maleodoranze era eventualmente da ricercare altrove».

Per tale ragione, non potendo sopportare oltre la situazione, ArbejMetal decise di rivolgersi ai propri legali perché richeidessero al giudice di disporre d’urgenza un ATP (Accertamento Tecnico Preventivo) affinché fosse accertata l’inadeguatezza del prodotto lubrorefrigerante e, successivamente, risolto il contratto di fornitura con Podna.

Alcune domande all’esperto

  1. Come si comportò il giudice? “Il giudice nominò un consulente tecnico d’ufficio, il cosiddetto CTU, esperto in materia, al quale sottopose alcuni ‘quesiti’. Chiese, in particolare, di verificare se il locale della ArbejMetal fosse realmente interessato da cattivi odori descrivendone natura e tipologia e, in caso di riscontro positivo, determinandone l’incidenza sull’attività lavorativa dell’impresa“.
  2. Quali indagini effettuò il CTU? “L’ingegnere incaricato avviò le indagini tecniche nel rispetto del contraddittorio e, con la collaborazione di un laboratorio specializzato in analisi sensoriali, prelevò campioni di aria in diversi punti all’interno dell’officina; questi campioni vennero poi analizzati, secondo protocolli codificati dalle normative vigenti, da alcuni ‘rino–analisti’ selezionati presso il medesimo laboratorio“.
  3. Quali furono gli esiti della consulenza? “Il CTU riportò al giudice i dati del laboratorio, dai quali si evinceva che gli odori erano realmente presenti all’interno dell’officina, e in livelli tali da non permettere il lavoro al suo interno per periodi prolungati. Scrisse anche che l’origine di tali maleodoranze era certamente da individuare nelle emulsioni per la lubrorefrigerazione e nel mix di prodotti chimici utilizzati per eliminare le colonie di funghi e batteri“.

Così si concluse la vicenda

Una volta depositato l’accertamento tecnico prevenivo da parte del CTU, le due imprese trovarono un accordo sul punto, senza che fosse avviato un procedimento civile davanti al Tribunale. ArbejMetal risolse il contratto con Podna senza pagare alcuna penale, e tornò alla precedente fornitura di lubrorefrigerante.

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Avvertenza per il lettore

Il presente articolo, redatto su nomi e circostanze di fantasia, fa riferimento a casi reali e che possono verificarsi di frequente: la scelta di un lubrorefrigerante di qualità, a fronte di un costo di poco superiore, evita l’insorgere di funghi, batteri, cattivi odori, incrostazioni e scongiura i problemi di allergie, dolori di testa, irritazioni che potrebbero interessare gli addetti a bordo macchina.

Ing. Vittorio Pesce (CTU del Tribunale e della Corte d’Appello di Milano)

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