La robotica debutta nell’azienda vinicola

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Evolut ha progettato e realizzato tre isole robotiche impiegate da un’importante casa vinicola della Franciacorta, che produce 1.8 milioni di bottiglie all’anno, per movimentare delicatamente e con precisione le cassette di una proveniente dalla vendemmia. Sono state studiate e costruite per lavorare a pieno ritmo e senza problemi per le tre intense settimane annue della raccolta.

4.0 per l’alimentare

Questa è la storia di una realtà vinicola della Franciacorta, che non possiamo citare (ma che ci ha aperto le porte, consentendoci di scattare le fotografie che vedete in questo articolo) e di un integratore di sistemi specializzato in isole robotiche, del quale invece possiamo fare tranquillamente il nome: la Evolut, che per la casa vinicola ha progettato e costruito tre isole robotiche il cui compito è prelevare le cassette d’uva provenienti dalla vendemmia e depositarle delicatamente sui nastri trasportatori che introducono alla prima fase della vinificazione: il lavaggio dell’uva.

Ma andiamo con ordine, partendo dall’azienda vinicola che ha 218 ettari di vigne tra proprie e condotte e un altro centinaio di ettari in conduzione in Franciacorta, la ben nota culla morenica a sud del lago d’Iseo a cui dobbiamo le bollicine italiche che in certi casi rivaleggiano a giusto titolo con quelle francesi e che ha ottenuto, a livello di zona, la denominazione DOC nel 67 e la DOCG nel 1995. L’attività, nata a metà degli anni Sessanta da un piccolo edificio colonico immersa in un bosco di castagni, è oggi un colosso da 33 milioni di fatturato che sforna un milione e ottocentomila bottiglie l’anno, tra quelle realizzate con il metodo Franciacorta e i vini bianchi e rossi.

Una tale quantità di bottiglie prodotte ogni anno richiede una notevole dose di automatizzazione e infatti l’azienda vinicola da anni sta investendo in impianti e macchinari in ottica Industria 4.0, forte anche dal fatto che riesce a vendere i suoi vini più pregiati, le riserve e i millesimati, a prezzi al pubblico che sfiorano i 100 euro a bottiglia, e quindi ad avere la risorse economiche necessarie (nell’ultimo bilancio poteva vantare un utile netto pari a oltre un terzo del fatturato) per investire in innovazione e nei processi. Il suo processo di vinificazione, per fare soltanto qualche esempio e come testimoniato dalle immagini in queste pagine, è particolarmente articolato.

Nei vigneti avviene la prima cernita dei grappoli, che vengono posti in cassette standard il cui peso non deve superare i 17 chilogrammi in modo che l’uva non venga danneggiata. Le casse con i grappoli, trasportate da trattori, arrivano alla cantina e vengono caricate manualmente, mediante appositi pallet, su nastri trasportatori che le conducono alle tre isole robotizzate messe a punto da Evolut (le vedremo poi nel dettaglio), che hanno il compito di prelevare una cassa alla volta dal pallet e depositarla delicatamente su altri nastri trasportatori che conducono all’impianto di lavaggio. La prima vasca di lavaggio contiene acqua, mentre la seconda impiega succo di limone e acido citrico per togliere la quasi totalità delle impurità. Poi avviene il risciacquo e l’asciugatura, con un procedimento che sfrutta aria fredda soffiata dall’alto e un sistema che raccoglie l’acqua residua dal basso per aspirazione. Questo processo consente al produttore di usare meno solfiti, i tipici conservanti del comparto alimentare. La legge consente di impiegare fino a 185 microgrammi nel metodo classico, ma nelle riserve e nei millesimati i solfiti sono compresi tra 40 e 60 microgrammi proprio grazie a questa operazione. In seguito, sempre in maniera automatizzata si procede alla spremitura. La prima spremitura viene usata per le riserve e i millesimati, la seconda alle cuvée non millesimate e la terza viene rivenduta a terzi per fare distillati. Vengono aggiunti quindi i lieviti e i vini riposano per lungo tempo in enormi tini in acciaio o in barrique di legno, a seconda della tipologia del vino. In questo reparto campeggia un tino in grado di contenere 3000 ettolitri di vino, sufficienti per riempire 500.000 bottiglie. I travasi per realizzare le cuvée non vengono fatti mediante pompe che potrebbero danneggiare il prezioso liquido, ma mediante serbatoi che si alzano e abbassano consentendo il travaso per gravità. Nei sotterranei dell’azienda avvengono la fermentazione dei vini in bottiglia, la maturazione nelle piccole botti di rovere e l’affinamento. Qui ci sono le linee di imbottigliamento ideate e progettate dall’azienda vincola. Dopo le consuete rotazioni per convogliare i lieviti nel collo della bottiglia, quest’ultimo viene congelato in modo che la “feccia” venga espulsa dalla pressione delle bollicine. Il vino, dopo l’aggiunta del Liqueur d’expedition, è pronto per essere venduto.

 

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