Il lavoro c’è, mancano le competenze!

Condividi

È stato il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia a lanciare il grido di allarme più recente. Lo ha fatto nel contesto della manifestazione che la sigla dedica regolarmente all’incontro fra studenti e imprese, Orientagiovani. Nel ricordare la necessità di attuare un piano ambizioso di «inclusione» e avvicinamento delle nuove leve al mondo del lavoro, ha sottolineato la necessità di una strategia che agevoli il dialogo fra le aziende e le scuole. Secondo le stime di Confindustria – riprese anche da Il Sole 24 Ore – nel prossimo triennio dovrebbero rendersi disponibili circa 193 mila impieghi negli ambiti della meccanica, del tessile, dell’alimentare, dell’informatica, chimica e legno-arredi. Il turnover stimolato dalla sperimentazione del percorso Quota 100 dovrebbe essere fra i principali driver dell’offerta occupazionale. Ma la previsione è che addirittura un terzo delle figure richieste possa risultare «introvabile». Dei comparti citati quello meccanico è senz’altro il più affamato di competenze, braccia, cervelli, visto che i calcoli alludono a ben 68 mila posizioni aperte. A esse può però esser sommata in questo contesto una parte delle 18 mila professionalità ricercate dal chimico-farmaceutico e dalla lavorazione dei prodotti in plastica e in gomma. Se tutto questo non bastasse, a dare un’idea del fenomeno skill shortage nel Paese ha pensato la piattaforma Indeed, specializzata nell’incontro fra domanda e offerta di occupazione. Stando ai suoi dati, l’incontro è reso problematico dal fatto che le richieste in arrivo dall’impresa superano di gran lunga il numero delle risorse umane all’altezza che il mercato può garantire. Il riferimento è nella fattispecie alla scarsa reperibilità di neolaureati di area Stem (Science, Technology, Engineering, Mathematics) che negli ambienti di Industria 4.0 risultano fra le prede più ambite dai cacciatori di teste. Indipendentemente dalla specializzazione, anche per gli stampisti il tema della scarsa diffusione di professionalità adeguate o ragazzi disposti a farsi le ossa in attrezzeria acquisisce crescente urgenza. Ed è per questo che – talora con il diretto supporto di Ucisap, Unione Costruttori Italiani Stampi e Attrezzature di Precisione – si stanno moltiplicando le iniziative per la formazione di una forza lavoro preparata per gestire le sfide presenti del manifatturiero e gli scenari a venire. Fornitori di macchine utensili, software e tecnologia non sono estranei alla partita e anzi agiscono spesso nelle vesti di sponsor e partner dei progetti didattici, mettendo a disposizione degli istituti tecnici i loro prodotti. Nella piena consapevolezza che promuovere la conoscenza dello stampaggio e della progettazione è il modo migliore per alimentare il business e darvi continuità, generando un ecosistema virtuoso del quale tutti beneficiano.

Roberto Carminati

Articoli correlati

Metalmeccanica: la produzione italiana

Nel terzo trimestre del 2023 l’attività produttiva metalmeccanica in Italia, sostanzialmente ferma nella dinamica congiunturale, risulta ancora in sofferenza rispetto