Una centrale nello spazio entro il 2050

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stazione spaziale soalre

Un progetto cinese mira a costruire una centrale fotovoltaica collocata a 36 mila km dalla superficie terrestre che sarebbe in grado di risolvere alcuni problemi del fotovoltaico come la perdita di efficienza dovuta all’effetto dell’atmosfera e il calo di rendimento nelle ore notturne. 

La centrale fotovoltaica spaziale della Cina

Per far fronte al costante aumento della popolazione sono necessarie fonti di energia che garantiscano un costante apporto e che, possibilmente, risultino “pulite” e prive di impatto ambientale. In particolare negli ultimi anni il fotovoltaico è stata la migliore soluzione per fornire energia elettrica in maniera green, esso però è soggetto ad alcune problematiche tra cui il fatto che può essere sfruttato solamente in determinate zone geografiche e che i raggi solari vengono “filtrati” dall’atmosfera prima di raggiungere il pannello fotovoltaico; da tempo si è pensato di risolvere la situazione raccogliendo l’energia direttamente dallo spazio e ora la Cina vuole trovare un riscontro pratico in questa teoria costruendo una centrale fotovoltaica che orbiterà a 36 mila km dalla superficie terrestre.

Il concept non è del tutto innovativo, idee simile erano già passate al vaglio dei ricercatori sia del Caltech sia dell’agenzia spaziale giapponese. La Cina tuttavia ha ripreso il progetto, forte anche della propria “corsa allo spazio” che l’ha vista protagonista nell’ultimo periodo con la missione sul lato nascosto della Luna, e ha progettato una stazione spaziale solare da diversi GW di potenza la cui energia verrà convertita in un fascio di microonde e inviata a una stazione ricevente sulla superficie terrestre che avrà il compito di riconvertirle in energia elettrica e renderla fruibile.

Pro e contro

I vantaggi della stazione spaziale solare sono evidenti: essa sarebbe in grado di fornire un grosso quantitativo di energia in maniera costante senza perdite di efficienza nelle ore notturne o a causa delle interferenze operate dall’atmosfera sulla radiazione luminosa. Gli ostacoli sono principalmente costituiti dai problemi relativi a portare un migliaio di tonnellate (è proprio questa la massa ipotizzata della stazione) in orbita. Altro interrogativo è il possibile effetto delle radiazioni a microonde sull’atmosfera.

Una roadmap a tappe serrate

Prima di procedere all’installazione della centrale solare spaziale vera e propria il programma cinese prevede la realizzazione di un impianto dimostrativo di minori dimensione da collocare nella stratosfera entro il 2025 per svilupparne uno di dimensioni maggiori entro il 2030 e arrivare nel 2050 all’installazione di una stazione da almeno 1 GW.

Per ora, non è concesso sapere come la Cina intenda risolvere le difficoltà logistiche di questo progetto, anche se il problema “dimensioni” sarà, forse, possibile ovviarlo mediante l’utilizzo di robot e stampa 3D.

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