Titanio, molibdeno e altri materiali difficili da lavorare

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Ci sono casi in cui l’asportazione truciolo può risultare quasi impossibile. I materiali combinati all’interno di una lega, ad esempio, costituiscono spesso delle sfide molto particolari. Gli inserti ultra-positivi di Arno Werkzeuge, durante le operazioni di tornitura, consentono di ottenere un’affidabilità di produzione eccellente, oltre a un’ottima finitura superficiale. Siemens Healthcare è soddisfatta dei miglioramenti ottenuti.

La tecnologia Arno per il medicale

«Quando da qualche parte nel mondo si eseguono radiografie con un impianto Siemens, ci si sottopone a una tomografia computerizzata o a una mammografia, potete essere certi che i componenti vengono da Rudolstadt», dichiara orgogliosamente Martin Andris. È il direttore dello stabilimento Siemens Heathcare presso la città di Rudolstadt, una sede che vanta una tradizione di quasi 100 anni. In questa sede vengono prodotte apparecchiature per il settore della ingegneria medica. In particolare, sorgenti di radiazioni per l’ingegneria medica, sorgenti di radiazioni per applicazioni tecniche che vengono impiegate nell’analisi dei materiali e, da pochissimo tempo, anche sorgenti di radiazioni nel settore ad alta energia per la fluoroscopia dei container.

I raggi Röntgen vengono prodotti in contenitori sottovuoto con differenti componenti in materiali molto diversi. Alcuni di questi componenti vengono realizzati con utensili di precisione della casa sveva Karl-Heinz Arnold (Arno Werkzeuge).

Gli utensili Arno vengono impiegati soprattutto per la lavorazione di materiali difficili come, ad esempio, il molibdeno. Il molibdeno utilizzato da Siemens come metallo sinterizzato si contraddistingue per elevati valori di durezza e per una temperatura di fusione che supera i 1000°C. A queste caratteristiche si aggiunge anche l’elevata abrasività del materiale che rende ancora più complessa la lavorazione. Queste caratteristiche comportano un’usura elevata degli utensili e creano quindi notevoli difficoltà se si vuole garantire una certa economicità. Arno, da molti anni, è in grado di offrire tutto ciò.

«Quando la fabbrica, a metà degli anni ‘90 del secolo scorso, venne trasferita da Erlangen a Rudolstadt, arrivarono anche gli utensili Arno. La nostra storia comune risale ad allora – ricorda Andris –. Naturalmente da allora il numero di particolari e il fatturato sono notevolmente cresciuti – sottolinea –, e con essi anche i requisiti degli utensili con i quali lavoriamo».

Durante il processo, oltre ai materiali difficili da lavorare, anche le tolleranze molto ristrette dei componenti per il sottovuoto costituiscono un’insidia. Per rispettare le tolleranze, nell’ultima fase, i componenti vengono rettificati, ma con gli utensili Arno si cerca di avvicinarsi il più possibile alla dimensione finale – in una fascia dell’ordine di pochissimi centesimi di millimetro – per ridurre complessivamente il tempo di lavorazione. Operazione non facile in considerazione dei materiali utilizzati. «Ogni irregolarità della superficie può creare campi elettrici all’interno dei tubi per raggi X e causare picchi di tensione che compromettono il risultato dell’immagine o, nel peggiore dei casi, la rendono inutilizzabile», spiega Andris.

Per ottenere risultati qualitativamente ottimali in maniera permanente gli utensili vengono sostituiti con notevole frequenza. Di conseguenza, essi stanno diventando un’importante componente economica che viene costantemente controllata. «Noi continuiamo a svilupparci e impariamo uno dall’altro – commenta André Scharmer, funzionario tecnico di Arno. In questo modo siamo in grado di aumentare la durata ricorrendo a nuovi rivestimenti, a nuove geometrie, ad angoli di spoglia superiore o arrotondamenti».

 

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