Schunk, la fabbrica intelligente dove le attrezzature producono attrezzature

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I robot installati nelle isole di lavorazione degli impianti della tedesca Schunk sono stati tutti umanizzati con nomi propri di persona. E fra le tipicità dell’azienda c’è la capacità di realizzare nei suoi reparti tutte le tecnologie poi utilizzate nei processi di produzione.

Il mondo di Schunk

Per dare vita a prodotti intelligenti è senz’altro vantaggioso avere alle spalle anche ambienti di produzione intelligenti. Questa è la prerogativa della costruttrice tedesca di sistemi di presa e tecnica di serraggio Schunk, in attività dal 1945 e da allora rimasta saldamente nelle mani della stessa famiglia eponima, oggi alla terza generazione.

Il marchio è presente in 50 paesi e vanta un catalogo da 11.000 referenze e deve senza dubbio una parte dei suoi successi alla capacità di coniugare la sua storicità con l’adesione alle spinte innovative tipiche ora dell’Industria 4.0.

Significa che nei suoi stabilimenti – a Lauffen sul Neckar, Hausen, Mengen – è per esempio fortemente presente l’automazione, nella convinzione che «solo automatizzando i processi si può competere e crescere nel mercato attuale». Altrettanto diffuso è il ricorso ai robot, ma in un’ottica di stretta collaborazione con gli umani che hanno voluto non a caso ribattezzarli tutti con nomi propri di persona: Anne o Hildegard, fra gli altri.

Rigorose sono le procedure di controllo qualità che interessano senza alcuna eccezione la totalità dei portautensili realizzati in reparti che, con un piccolo azzardo, potrebbero esser definiti pienamente autarchici. Nel senso che Schunk provvede storicamente da sé al suo fabbisogno di attrezzature e sviluppa al suo interno tutte le tecnologie – dalle pinze ai sistemi di movimentazione – necessarie per operare.

 

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