Un trattamento chiamato Abrasive Flow Machining

Condividi

Uno dei principali problemi relativi alla produzione, dalla A alle Z, di un componente realizzato in additive manufacturing è la fase di finitura. In quest’articolo verrà trattato l’Abrasive Flow Machine (AFM), un sistema che consente di rifinire parti complesse, in modo uniforme e veloce.

Applicazioni dell’Abrasive Flow Machining

L’Abrasive Flow Machining è un processo utilizzato per la finitura di fori e parti cave, difficilmente lavorabili con i processi tradizionali. È fondamentalmente usato come metodo di deburring (o sbavatura). Fu sviluppato nel 1960 dall’Extrude Hone Corporation.

L’Abrasive Flow Machining può, inoltre:
• lucidare e sbavare parti interne;
• lucidare attraverso fori;
• lucidare fori intersecanti;
• lucidare ugelli per iniezione carburante.

Solitamente, si usa una grana abrasiva mista a un mastice che, attraverso uno specifico contributo di pressione, esercita un’abrasione delle superfici (cave e non) di una specifica zona di un pezzo. Il processo, quindi, è simile alla mola, sebbene in questo caso si utilizzi un fluido abrasivo. Quest’ultimo viene estruso tra spigoli e superfici al fine di sbavare, raccordare, lucidare e lucidare a specchio. Si ottengono buone finiture superficiali in termini di rugosità. In particolare, è possibile avere rugosità di 0,05 micron per fori, un po’ più scarse (0,2 mm) per i raccordi con raggi da 0,025 a 1,5 mm. Per poter fare una rapida finitura, bisogna partire per gradi, con una grana più grossolana per rimuovere la maggior parte della superficie indesiderata e, successivamente, utilizzare la giusta grana per ultimare la finitura. È ampiamente utilizzato per rifinire forme e profili complessi ed è molto indicato per parti realizzate con la fabbricazione additiva, soprattutto laddove si dovessero avere componenti ottimizzati topologicamente o strutture con canali o cavità di vario tipo.

 

Articoli correlati