La macchina utensile che verrà

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Come sarà la macchina utensile del futuro? Tante le idee e le aspettative, con una certezza: sarà sempre più al servizio dell’uomo, rispondendo appieno al significato etimologico. Utensile, cioè che si rende utile.

Una storia lunga tre secoli

Perché è nata la macchina utensile? Per rispondere alle esigenze produttive, esigenze produttive che, nei secoli (se non addirittura nei millenni) sono andate modificandosi. Tra umanisti e tecnici c’è sempre la diatriba su quale dei due saperi spinga l’evoluzione e il progresso tecnologico, ma probabilmente è una discussione sterile, destinata a non avere risposta. Sta di fatto che a un certo punto le “macchine” sono intervenute nella produzione di oggetti di uso comune e non, aiutando l’uomo nel processo produttivo e contribuendo così al bene sociale legato ad una sorta di distribuzione massiva di tanti beni.

Nel Neolitico compaiono i primi “utensili” e i precursori di quelle che diventeranno macchine utensili; successivamente compare il primo tornio da vasaio, sebbene i moderni storici della tecnologia ritengano che le prime vere macchine utensili debbano essere considerate quelle
in cui il processo non coinvolgeva più in modo diretta l’azione umana. Secondo questa linea di pensiero, la prima macchina utensile è datata 1750 circa, su idea di Jacques de Vaucanson: si tratta di un tornio che, per la prima volta, monta un utensile da taglio su un supporto regolabile meccanicamente.

Il moderno concetto di macchina utensile integra e amplifica quello originario, tanto che oggi si tende a parlare del sistema macchina utensile, perché un buon processo produttivo dipende sia dalla macchina che da tutto ciò che concorre a farla lavorare in maniera corretta. Proprio partendo da questo presupposto, va evidenziato come il mondo della macchina utensile stia vivendo un momento di forte cambiamento, in particolare su due fronti: l’automazione e lo sviluppo della tecnologia additiva.

 

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