Sacchetti bio non più bio se non smaltiti correttamente

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Premettendo che le caratteristiche di biodegradabilità e compostabilità dei sacchetti in bioplastica sono validate in condizioni controllate di compostaggio industriale, tutti questi prodotti non devono comunque essere abbandonati nell’ambiente in quanto non sono stati pensati per degradarsi se dispersi in mare o sul terreno.

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Pisa ha esaminato l’impatto sulla germinazione delle piante delle più comuni buste in plastica per la spesa sia le tradizionali shopper non-biodegradabili in polietilene (oggi vietati in Italia), sia quelli biodegradabili e compostabili, prodotti con una miscela di polimeri a base di amido, conformi alla normativa italiana.

In seguito all’esposizione delle buste agli agenti atmosferici e alle precipitazioni si genera il cosiddetto liscivato, ossia una soluzione acquosa di cui sono stati esaminati gli effetti fitotossici. Queste sostanze vengono rilasciate da entrambe le tipologie di sacchetti e interferiscono con la germinazione dei semi. La differenza sostanziale è che i liscivati generati da buste in polietilene agiscono per lo più sulla parte aerea delle piante, mentre quelli prodotti dalle buste compostabili agiscono sulla radice.

Un problema da non sottovalutare

Il lavoro degli accademici ha dimostrato che la dispersione delle buste nell’ambiente, qualsiasi sia la loro natura, può rappresentare una seria minaccia, dato che una semplice pioggia può causare la dispersione di sostanze fitotossiche nel terreno. Da qui l’importanza di informare adeguatamente sulla necessità di smaltire correttamente questi materiali, considerato anche che la produzione di buste compostabili è destinata a crescere in futuro e di conseguenza anche il rischio abbandonarle nell’ambiente.

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1470160X19301852

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