Il potere della lungimiranza

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Non bastano le tecnologie 4.0. Occorre anche personale in grado di gestirle. Un aiuto può arrivare dall’automazione.

Il modello Meccanostampi

Si parla tanto di mercato, di efficienza, di tecnologia di innovazione… Potrebbero essere solo parole, con un significato molto spesso personalizzato, con accezione positiva o negativa a seconda dei casi e delle situazioni. Per qualcuno rappresentano invece il leitmotiv di una vita spesa nella ricerca curiosa, ma realistica, del miglioramento: è il caso di Meccanostampi (www.meccanostampi.it) e di Ludovico Trevisson, fondatore e managing director. Infatti, sono il talento, lo spirito innovatore, la grande determinazione e la perseveranza che hanno portato, nel tempo, l’officina bellunese a essere riconosciuta dal mercato come un’eccellenza italiana. A riprova di ciò, lo scorso febbraio le sono state conferite dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) le due stelle del “Rating di Legalità“, un riconoscimento per le imprese che considerano la reputazione un asset aziendale fondamentale e che intendono imperniare il loro business su solidi principi etici, mirano a perfezionare l’organizzazione con strumenti atti a prevenire condotte illecite, nel rispetto della sana competitività del mercato.

Quella di Meccanostampi è una storia che nasce nel 1965, basandosi sulla dedizione, la passione e la serietà professionale, con collaboratori validi e motivati, con competenze qualificate – racconta Trevisson. Dagli anni ’60, caratterizzati dalla progettazione e costruzione di stampi di precisione, siamo progressivamente cresciuti, occupandoci anche di stampaggio. Oggi la società conta più di 260 collaboratori, distribuiti su 4 stabilimenti, con oltre 140 presse ad iniezione, macchine utensili altamente tecnologiche e un mercato articolato su oltre 12 paesi“.

Una questione di visione

Meccanostampi ha sempre posto attenzione all’introduzione di tecnologie di ultima generazione a supporto dei propri processi produttivi, tanto che nel 2014 ha ritenuto fosse giunto il momento di fare un vero e proprio salto di qualità, iniziando a ragionare sui processi automatizzati e a come si potesse rispondere alle linee guida dettate dall’Industria 4.0, ma ancor prima alle crescenti esigenze dei clienti. Il punto di partenza è stato la certezza che l’automazione non sia “qualcosa” di preconfezionato, una sorta di prodotto plug & play, ma piuttosto un percorso personalizzato, che parte dai “perché“, dalle motivazioni, di ogni realtà, per poi arrivare al “come“, al “cosa fare”, per raggiungere i risultati attesi.

In realtà abbiamo iniziato a guardare all’automazione non appena è stata introdotta sul mercato, interrogandoci sul perché potesse essere utile in una realtà come Meccanostampi. Il primo pensiero è stato per la tecnologia: la tecnologia da sola non basta. Possiamo comprare la tecnologia, ma occorre personale per gestirla: un robot non funziona da solo, ma serve chi gli dica cosa deve fare e come – prosegue Trevisson. Quindi, esattamente come per gli stampi, abbiamo ritenuto che la differenza la facesse il progetto, il progetto di automazione. Una considerazione importante, che tutti dovrebbero fare, riguarda la macchina utensile, che deve esser il più produttiva possibile, lavorando il più alto numero di ore, prima di diventare obsoleta tecnicamente: oggi la tecnologia si evolve molto molto velocemente. E noi abbiamo bisogno di tecnologia di ultima generazione perché siamo un’attività abituata a trovare sempre una soluzione, anche quando sembra impossibile“.

 

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