Il G.H.A.: un trattamento innovativo di ossidazione anodica delle leghe leggere

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Nel presente articolo verrà presentata un’attività di ricerca del gruppo di Metallurgia del Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Ferrara, in collaborazione con la società G.H.A. Europe – Gruppo Remet di Zola Predosa (BO), sulla caratterizzazione tribologica del trattamento G.H.A., applicato a una lega di alluminio da deformazione plastica comunemente utilizzata in molti ambiti industriali. In particolare, al fine di confrontare le proprietà ad usura di un trattamento tradizionale di ossidazione anodica con quelle del trattamento G.H.A., sono stati effettuati test di usura in configurazione pin-on-disk.

Ingegneria delle superfici ai massimi livelli

Per ossidazione anodica si intende un processo elettrochimico attraverso il quale si forma uno strato di ossido su una superficie metallica di interesse, allo scopo di proteggerla dalla corrosione.

Dalla metà del secolo scorso ad oggi sono stati sviluppati diversi metodi di ossidazione anodica delle leghe a base di alluminio. Nel contempo, al fine di spiegare la struttura ottenuta dell’ossido anodico, nel 1953, Keller et al.1 hanno proposto un modello per l’ossido anodico poroso caratterizzato da una serie di nanopori ordinati, con ciascun poro contenuto all’interno di una cella esagonale. Da quel momento, l’utilizzo del trattamento elettrochimico di ossidazione anodica è stato in costante crescita in diversi settori industriali manifatturieri ed è ancora oggi in aumento per la sua versatilità e l’alto potenziale di applicazione. Una decina di anni fa, partendo dal tradizionale processo di ossidazione anodica, ne è stata brevettata una variante nota commercialmente con il nome di G.H.A. (Golden Hard Anodizing), in grado di migliorare ulteriormente le prestazioni ottenute con l’ossido anodico tradizionale. Si tratta di un nuovo processo che permette l’ottenimento di componenti tanto resistenti alla corrosione quanto all’usura.

 

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