Crescita a doppia cifra: il cloud seduce anche le Pmi

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Le “nuvole” volano sempre più alte nel cielo. Fuor di metafora, nel 2019 il valore del mercato cloud italiano si è attestato a 2.77 miliardi di euro, in crescita del 18% rispetto al valore di consuntivo del 2018, pari a 2.34 miliardi. In termini di spesa assoluta i primi tre settori merceologici per rilevanza si confermano il manifatturiero (25% del mercato oublic & hybrid cloud), il settore bancario (20%) e telco e media (15%). Seguono servizi (10%), utility (9%), PA e sanità (8%), retail e GDO (8%) e assicurazioni (5%). È quanto emerge dalla fotografia scattata dall’Osservatorio Cloud Transformation, giunto alla nona edizione e promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano.

Il public & hybrid cloud, ovvero l’insieme dei servizi forniti da provider esterni e l’interconnessione tra database online pubblici e privati, raggiunge 1.56 miliardi (+25%), un’accelerazione superiore alla media internazionale (in crescita del 21%) per un valore del mercato globale di 153 miliardi di dollari. Il virtual & hosted private cloud, ovvero i servizi infrastrutturali residenti presso fornitori esterni, cresce dell’11% per un totale di 661 milioni di euro. Datacenter automation e convergenza, ovvero la modernizzazione delle infrastrutture on-premises, raggiungono 550 milioni (+10%).

Oggi il 24% delle imprese possiede un team dedicato alla gestione della nuvola (era solo il 10% nel 2018), ma per sei realtà su 10 è difficile reperire le figure professionali necessarie sul mercato. Tra le Pmi, ancora solo una su tre (30%) adotta soluzioni in cloud, ma per queste l’approccio strategico alla nuvola (cloud-first o cloud-only) è in linea con quello delle grandi società.

In Italia il cloud è diventato il modello preferibile nello sviluppo di progetti digitali nel 42% delle grandi imprese e addirittura l’unica scelta possibile nel 11% dei casi. Un cambiamento di paradigma che si conferma nelle più ampie strategie per l’evoluzione del sistema informativo aziendale che vedono già nel 54% delle organizzazioni una situazione ibrida e nel 21% un approccio ormai totalmente cloud.

Il cloud nelle Pmi italiane

Ma concentriamoci ora sulle Pmi: se il percorso verso il cloud delle grandi imprese acquisisce sempre maggiore rilevanza strategica, non si può dire lo stesso delle Pmi, seppur queste rappresentino la gran parte del tessuto imprenditoriale italiano.

L’utilizzo del cloud nelle Pmi rimane infatti sostanzialmente stabile e si attesta attorno al 30%. Ancora troppo poco se pensiamo alle opportunità che questo modello di fruizione della tecnologia offre per la digitalizzazione, l’innovazione e l’internazionalizzazione delle imprese italiane.

Tuttavia, un segnale positivo proviene proprio da quelle Pmi che hanno già adottato almeno un servizio cloud e che rappresentano quindi i pionieri in questo ramo di aziende. Infatti, nel 38% di quest’ultime la strategia per i nuovi progetti tecnologici è di tipo cloud-first, che guarda alla nuvola come scelta preferenziale, e nell’11% addirittura cloud-only, in cui la nuvola rappresenta una scelta obbligata. Numeri in linea con quelli dei grandi gruppi industriali, che adottano queste strategie rispettivamente nel 31% e nell’11% dei casi.

Dunque anche nel contesto delle Pmi, quelle aziende che hanno realizzato il primo passo verso il cloud, percependone effettivamente i vantaggi, lo rendono parte integrante delle proprie strategie digitali.

I dati evidenziano anche come i benefici percepiti siano molteplici: la migliore gestione della sicurezza dei sistemi (nel 57% dei casi), la semplicità di accesso a tecnologie innovative (49%), la riduzione degli oneri operativi in carico al personale (47%), che pertanto potrà essere rifocalizzato su attività a maggior valore aggiunto, il risparmio economico (46%) e la riduzione del time-to-market delle iniziative digitali (45%).

Come nel caso delle mutinazionali, anche le Pmi che utilizzano il cloud hanno raggiunto la consapevolezza che il beneficio non sia riducibile a sole misure di costo ma anzi debba essere valutato con una prospettiva più ampia, che va dalla migliore qualità dei processi alle opportunità di innovazione.

Per tradurre questa consapevolezza in una reale accelerazione nell’utilizzo della nuvola serve però lavorare sulle competenze. Ad oggi, il 44% delle Pmi delega la competenza cloud interamente a consulenti e fornitori e, nel momento in cui ci siano persone che si occupano di IT in azienda, nel 41% dei casi si occupano anche di altro. Questo genera uno sbilanciamento di potere verso il fornitore e una mancanza di precise responsabilità interne che non permettono alle Pmi di cavalcare la cloud transformation, strutturando consapevolmente il proprio percorso.

di Simone Finotti

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