Osservatorio Pmi 2019, la sintesi dell’eccellenza (anche manifatturiera)

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Sono 722 le aziende italiane di media capitalizzazione che meritano un bel 10 e lode. Cresce la propensione ad acquisizioni, operazioni straordinarie e aperture a fondi d’investimento. Cambia la mappa dell’eccellenza imprenditoriale italiana: l’Emilia-Romagna sorpassa il Veneto, ma quasi un’azienda di successo su tre è in Lombardia. Ottime prestazioni del manifatturiero. A testimoniarlo l’11° Osservatorio Pmi di Global Strategy.

Ben 722 sono le Pmi che, messe insieme, costituiscono, da Nord a Sud, la spina dorsale dell’eccellenza imprenditoriale italiana. Quelle capaci, ben più della media del proprio settore, di generare valore, investire in innovazione, essere competitive sui mercati internazionali e creare posti di lavoro. Sale il numero di aziende con performance di successo in Emilia-Romagna, che supera il Veneto e si colloca al secondo posto dietro alla Lombardia. E sembra maturare la propensione delle aziende eccellenti, soprattutto quelle a matrice familiare, ad aprirsi a operazioni di merger & acquisition e all’entrata di nuovi capitali.

Pmi: un’ottima annata

Le 722 eccellenti d’Italia sono state individuate, come ogni anno, dall’Osservatorio Pmi di Global Strategy, società di consulenza strategica e finanziaria, arrivato quest’anno all’11esima edizione. Il metodo di selezione si basa da sempre sull’analisi di un database contenente informazioni anagrafiche e bilanci degli ultimi cinque anni di oltre 60.000 società di capitali con un fatturato superiore ai 5 milioni di euro. Di queste sono circa 10.800 le imprese che costituiscono l’universo di riferimento delle mid cap (aziende di media capitalizzazione), con un fatturato compreso tra i 20 e i 250 milioni di euro nel manifatturiero e nei servizi e tra i 20 e i 500 milioni nei settori del commercio. Si tratta di una coerente e veritiera fotografia della realtà italiana che prevede l’integrazione dei dati di bilancio con informazioni qualitative, scaturite da questionari e interviste a proprietà e management, volti proprio a identificare le chiavi del successo.

Alcuni numeri generali chiariscono la carta d’identità delle aziende eccellenti, in grado di soddisfare tutti gli stakeholder coinvolti: il 72% degli utili dopo le imposte sono stati reinvestiti nel patrimonio netto, con 2.4 miliardi a ridurre l’indebitamento finanziario complessivo e 3.2 reinvestiti in azienda a sostegno della crescita, con un incremento di 30.000 posti di lavoro nell’arco del quinquennio. Risultati eccezionali, ottenuti grazie alla capacità di saper coniugare la crescita dimensionale (valore della produzione che è aumentato in 5 anni del 68%) con una marcata efficienza operativa (l’indice Return on Sales % è praticamente raddoppiato passando dal 6,3% del 2013 al 12,2% del 2017), rendendo possibile nel periodo considerato un incremento del patrimonio netto dell’85%.

Anche in queste 722 storie di successo si confermano rispetto alle passate edizioni i quattro pilastri dell’eccellenza: gli investimenti (il 90% delle aziende eccellenti li ha aumentati negli ultimi tre anni); l’internazionalizzazione (l’export di queste aziende è superiore al 40% del fatturato); l’innovazione (mediamente il 5% del fatturato annuo viene reinvestito in ricerca e sviluppo); ma, soprattutto, le operazioni straordinarie (il 42% delle aziende eccellenti ha effettuato acquisizioni o joint venture negli ultimi tre anni – nelle passate edizioni questa percentuale era circa del 34% – e ben il 57% si dice disposto ad aprire la compagine sociale per obiettivi di espansione commerciale).

Relativamente alla distribuzione geografica appare netta e prevedibile la maggiore concentrazione di Pmi di successo nel Nord Italia: 37,1% nel Nord-Ovest, 34,9% nel Nord-Est, 16,9% nel Centro e11,1% nel Sud e nelle Isole. La Lombardia guida la classifica delle regioni con 210 aziende su 722 (il 29%), davanti all’Emilia Romagna con 115 aziende (il 16%, +26 eccellenze rispetto alla passata edizione), protagonista quest’anno di un vero e proprio salto che le ha permesso di scavalcare il Veneto, che scivola così al terzo posto con 96 aziende eccellenti. Altro dato importante da segnalare riguarda la crescita media del valore della produzione nei 5 anni, che a livello nazionale registra un tasso medio annuo (CAGR %) del 13,8% e che, a sorpresa, nel Sud e nelle Isole (17,6%), così come nel Centro (16,8%) è maggiore che nel resto della Penisola (Nord-Ovest 12,8% e Nord-Est 12,6%).

Ma quali sono i settori più popolati di aziende eccellenti italiane che si distinguono ed emergono dalla media? Stravince, in linea con i dati dello scorso anno, il comparto manifatturiero (71% delle eccellenti contro il 56% nell’universo dimensionale di riferimento); le aziende del commercio sono il 18% (contro il 26%) e l’11% (contro il 18%) le aziende di servizi. All’interno del manifatturiero, primo posto per la meccanica (14% delle eccellenti), secondo per alimentari e bevande (11%), al terzo la metallurgia (9%).

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