Le principali norme della manutenzione

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Le normative costituiscono un importante riferimento per ogni attività collegata alla manutenzione: la loro conoscenza è utile per stabilire una guida nella definizione e attivazione dei processi.

La conoscenza delle normative è sostanziale per gestire le attività di ingegneria di manutenzione, per svariati motivi. Serve per uniformare strumenti e terminologie adottate (parliamo una unica “lingua” a livello nazionale), ma soprattutto è fondamentale per avere delle “linee guida” nella progettazione e gestione dei processi manutentivi come, ad esempio, nella scelta degli indicatori prestazionali (KPI) da utilizzare, oppure per la definizione delle politiche manutentive. UNI, ente nazione per la normazione, ha redatto una ricca serie di norme da utilizzare nell’ambito della manutenzione di beni immobili, mobili e servizi, alcune delle quali strumenti di riferimento legislativo.

Manutenzione: perché servono le norme

Secondo il Regolamento UE 1025 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2012 sulla normazione europea, per “norma” si intende “una specifica tecnica, adottata da un organismo di normazione riconosciuto, per applicazione ripetuta o continua, alla quale non è obbligatorio conformarsi, e che appartenga a una delle seguenti categorie:
norma internazionale: una norma adottata da un organismo di normazione internazionale;
norma europea: una norma adottata da un’organizzazione europea di normazione;
norma armonizzata: una norma europea adottata sulla base di una richiesta della Commissione ai fini dell’applicazione della legislazione dell’Unione sull’armonizzazione;
norma nazionale: una norma adottata da un organismo di normazione nazionale“.

Le norme, quindi, sono documenti che definiscono le caratteristiche (dimensionali, prestazionali, ambientali, di sicurezza, di organizzazione…) di un prodotto, processo o servizio, secondo lo stato dell’arte e sono il risultato del lavoro di decine di migliaia di esperti in Italia e nel mondo.

In estrema sintesi, sono documenti che specificano “come fare bene le cose”, garantendo sicurezza, rispetto per l’ambiente e prestazioni certe. L’attività di normazione viene svolta a livello nazionale da una struttura multilivello composta da circa 1.100 organi tecnici (commissioni, sottocommissioni, gruppi di lavoro) e da alcune organizzazioni esterne indipendenti (gli enti federati), sotto la supervisione e secondo le direttive della Commissione Centrale Tecnica. In prima istanza va osservato che l’esistenza stessa delle norme è di per sé un fatto positivo a livello macroeconomico, poiché la loro definizione chiarisce le caratteristiche dei beni richiesti dal mercato – e dunque facilita il lavoro dei produttori e le scelte di acquisto – contribuendo a far scendere i costi dei beni primari e intermedi e quindi favorendo la crescita finanziaria, tecnologica e infrastrutturale. Ciò avviene grazie a:
– la penetrazione nei mercati esteri grazie alla conformità alle norme EN ed ISO;
– l’armonizzazione delle regole e procedure ed eliminazione degli ostacoli tecnici;
– l’utilizzo da parte del WTO come riferimento per l’abolizione delle barriere non tariffarie;
– il “fare sistema” tramite alleanze e cooperazioni;
– l’immediato ed economico processo di “trasferimento tecnologico“;
– la costituzione di una solida base all’innovazione e alla ricerca.

 

 

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