Covid-19: se la cura vien giocando

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Mentre la pandemia di Covid-19 è in piena espansione un po’ in tutto il mondo, un team di ricercatori dell’Università di Washington ha individuato un metodo tanto particolare quanto efficace di analizzare la struttura molecolare dell’agente patogeno: l’utilizzo di un videogame.

Il gioco in questione si chiama Foldit, una piattaforma sperimentale per il ripiegamento proteico e la progettazione di nuove proteine, ideata nel 2019 proprio dall’ateneo statunitense, in collaborazione con i dipartimenti di Scienza e Ingegneria informatica, Biochimica e il Center for Game Science.

Un nuovo livello a tema

All’interno di Foldit gli utenti vengono messi alla prova attraverso il ripiegamento virtuale delle proteine, un processo in grado di migliorare sensibilmente la comprensione di queste strutture e, secondo gli esperti, un primo, fondamentale passaggio nello sviluppo delle cure farmacologiche. Il team dell’Università di Washington ha quindi pensato di aggiungere un nuovo livello basato proprio sul coronavirus.

Caratteristica del SARS-CoV-2 è una proteina presente sulla sua superficie denominata in gergo tecnico “spike” (punta o spina, ndr), che il morbo sfrutta per colonizzare le cellule e che potrebbe essere stata la principale causa della mutazione che gli ha permesso di compiere il salto di specie nell’uomo.

Nel corso degli ultimi mesi numerosi lavori hanno analizzato la struttura di questa proteina e le modalità con le quali si lega ai recettori umani. “Se riuscissimo a realizzarne una capace di interagire con la proteina spike del coronavirus, si potrebbe usare per bloccare l’interazione con le cellule e interrompere l’infezione”, informano dall’Università di Washington.

Come sottolineato dagli stessi sviluppatori di Foldit, il gioco sta riscuotendo un interessante successo non solo tra gli scienziati, ma anche nelle comunità di appassionati, che risultano “parimenti capaci e talvolta più abili di un computer nel ripiegare le lunghe catene di aminoacidi in forme tridimensionali compatte”.

E anche se forse è ancora presto per stabilire se questo approccio risulterà determinante nel contrasto al contagio, è chiaro una volta di più come il mondo del gaming e delle tecnologie digitali possa rappresentare un supporto e uno stimolo ulteriore agli sforzi della comunità scientifica.

www.semprepresenti.it

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