Dalla superstizione… alla lavorazione dei lapidei

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Forse i materiali più antichi conosciuti dall’uomo, forse i primi a essere lavorati, ma dei materiali sempre attuali e non tutte le volte facili da maneggiare: i lapidei.

L’uomo è sempre stato attratto dal mondo inanimato, in particolare dalla pietra, da subito diventata uno degli elementi più sfruttati e utilizzati dall’uomo nel corso della sua storia. Si può risalire fin dall’età della pietra per giungere all’età classica, arco temprale in cui spesso si consideravano le pietre come esseri viventi, alla stregua dei vegetali, solo che caratterizzati da un metabolismo e un ciclo vitale ancora più lento. Si spaziava dalla calce, di cui si faceva largo uso nell’edilizia già ai tempi dei romani e fenici, fino alle curiose e strampalate credenze secondo cui le pietre avessero dei poteri magici alla stregua delle erbe curative. Era noto che in epoca medievale l’uomo cercasse di lavorare la pietra, attraverso fusione o altri processi improvvisati, per cercare di ottenere i più diversi benefici.
Quindi da sempre si è cercato di lavorare la pietra per sfruttarne al meglio le proprietà. In fin dei conti ci si imbatte quotidianamente nei materiali lapidei ma difficilmente ci si sofferma a riflettere sul loro processo di lavorazione. Se infatti un tempo si ricorreva a curiosi ed improvvisati metodi di lavorazione, ora le possibilità sono molteplici e molto elaborate.

Materiali lapidei naturali e artificiali: tipologie e caratteristiche

Ma cos’è un materiale lapideo? Con questa etichetta si fa riferimento a due categorie di materiali: quelli naturali e quelli artificiali che si differenziano sia per caratteristiche sia per l’impiego che può esserne fatto.

I primi sono tutte quelle rocce che vengono impiegate in architettura, quindi marmi, pietre, travertini e graniti che si suddividono a loro volta in:

  • Rocce vulcaniche (magmatiche, eruttive o ignee): si formano in seguito alla solidificazione di magmi;
  • Rocce sedimentarie (dolomite, calcare, arenaria): sono rocce formate dall’accumulo di sedimenti di varia origine depositati sulla superficie terrestre, derivanti perlopiù dalla degradazione ed erosione di rocce preesistenti;
  • Rocce metamorfiche (marmo, gneiss, ardesia): formatesi inseguito alla trasformazione di altre rocce che, dopo processi geologici, vengono portate in condizioni di pressione temperatura molto diverse rispetto a quelle in cui si erano precedentemente formate.

I materiali lapidei naturali sono stati impiegati come materiali naturali da costruzione fin dai tempi più antichi per le loro eccezionali qualità. Grazie alla loro resistenza, durabilità e varietà di aspetto e colorazione, possono essere sfruttati sia nell’edilizia sia nella preparazione di ornamenti. Queste due caratteristiche permettono di comprendere per quale motivo essi rivestano anche un ruolo chiave all’interno del patrimonio culturale.

Sicuramente col tempo e il fiorire di tecnologie sempre più evolute il ruolo di materiali lapidei naturali è andato sempre più in costante declino, salvo per poi tornare alla ribalta nell’età contemporanea.

Anche i materiali lapidei artificiali hanno avuto e hanno tuttora grande importanza nel campo dei materiali da costruzione e per la fabbricazione di manufatti per i più svariati usi.

In questa definizione rientrano quei materiali fabbricati a partire da materie prime naturali. Infatti, i lapidei artificiali sono prodotti dall’uomo, come il termine stesso suggerisce, a partire da una base lapidea naturale che viene lavorata e trasformata. Questi sono sostanzialmente intonaci, stucchi, malte e prodotti ceramici impiegati in ingegneria e architettura.

 

 

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