Rabbocco: automatico è meglio

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Il mondo manifatturiero sta andando verso soluzioni sempre più automatiche e automatizzate. Questo sembra vero anche per il fluido da taglio.

Mai come in questo periodo è di interesse generale poter contare su sistemi automatici e/o di automazione, che permettano di portare avanti il lavoro pur con forze lavorative ridotte. Naturalmente questo non è l’unico motivo che sta orientando, ormai da qualche anno, tutti gli ambiti produttivi verso soluzioni quanto più automatizzate, ma la possibilità di lavorare h24/7, anche in non presidiato, e l’ormai endemica carenza di personale sono fattori di sicuro interesse. In uno scenario che va in una ben chiara direzione, anche la gestione del fluido da taglio è coinvolta, in particolare per quanto riguarda il rabbocco, che deve diventare automatico.

Ma cosa significa rabbocco automatico?

Sinteticamente significa sostituire con un automatismo il lavoro svolto da un operatore che, munito di secchio o equivalente, ripristina, macchina per macchina, il livello del fluido da taglio.

Come funziona il rabbocco oggi? “In molte aziende c’è in un angolo del capannone, dove ovviamente arriva la rete idrica, in cui viene montato un miscelatore venturimetrico classico: lì si provvede a preparare l’emulsione per le varie macchine – spiega Karim Miotti, direzione acquisti di RBM. Questo significa che un operatore va sul posto, regola il miscelatore e provvede a riempire i secchi con cui ripristinerà, macchina per macchina, il livello di fluido nelle varie vasche”.

Il concetto di rabbocco automatico è sta- to per molto tempo accantonato, se non addirittura osteggiato, a causa di un problema di affidabilità legato alla gestione dei livelli e delle soglie di sicurezza da impostare sulle varie macchine, in modo da scongiurare il rischio di allagamenti dell’officina. “L’allagamento dell’officina è una esperienza ben conosciuta dagli operatori – prosegue Miotti –. Per fortuna oggi le cose stanno cambiando, un po’ perché sono cambiati i prodotti disponibili, un po’ per esigenze di produttività legata ai turni non presidiati o parzialmente presidiati. E questo ha una valenza ancora maggiore se vengono eseguite lavorazioni in alta pressione, dove, per fenomeni termici e di nebulizzazione, i consumi di lubrorefrigerante all’interno della macchina sono aumentati. A ciò si deve aggiungere il fatto che le vasche delle moderne macchine utensili si sono ridotte, sia per esigenze progettuali che di ingombri, con il risultato che manca quel polmone di fluido sufficiente a garantire un turno non presidiato”.

Va poi sottolineato come le percentuali di olio delle emulsioni siano spesso diverse da macchina a macchina, in relazione alla famiglia di materiali lavorati; ma non solo, dato che talvolta sono addirittura diversi i prodotti emulsivi utilizzati, per esigenze legate alle caratteristiche del materiale. Questo implica che su ogni singola macchina possa esserci la necessità di regolare sia il livello di liquido, sia la percentuale di emulsione necessaria alla specifica lavorazione.

 

 

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