Fra competitività e ottimizzazione

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Competitività, gestione, ottimizzazione: gli aspetti correlati di un processo produttivo di successo.

La competizione. O, come si dice da un punto di vista economico-gestionale, la competitività. La competitività è la spinta propulsiva di ogni azienda manifatturiera e lavora su due fronti: lo sviluppo, la produzione e il celere lancio sul mercato di nuovi prodotti, e l’ottimizzazione di processi noti, che realizzano beni già in produzione. E ancora: alla competitività, mai sazia, visto l’innato spirito competitivo del genere umano, si accompagna la crescente complessità dei beni, la forte personalizzazione e il ciclo di vita del prodotto, che è sempre più breve. Tutto questo porta, fra l’altro, al dover gestire la forte contrazione del time to market, individuando nuovi approcci, nuove strategie: se è vero che il prezzo di vendita è dettato dal mercato, occorre rispondere con un attento controllo dei costi di produzione, nel rispetto della qualità e dei tempi di consegna (ahimè, sempre più stretti!).

Il cuore? La produzione. La produzione che deve essere sempre pronta e flessibile in modo da esaudire prontamen- te alle sollecitazioni del mercato. Ma cosa si intende per produzione? Nell’immaginario comune è assimilata all’officina, all’ambiente dove si lavorano, si costruiscono i manufatti. In realtà oggi il significato si evolve, si allarga, andando a coinvolgere tutto ciò che concorre alla realizzazione del manufatto, singolo componente o assemblato che sia. A un concetto allargato devono corrispondere collegamenti fra le parti coinvolte, in modo da garantire un lavoro sinergico, ottimizzato e di qualità, cioè efficace ed efficiente.

Meglio efficace? O meglio efficiente?

Un tempo l’industria manifatturiera era organizzata per compartimenti, relativamente chiusi e con collegamenti gerarchici ben definiti, e, in questa organizzazione, la produzione utilizzava quasi solo macchine manuali. La fame di cose nuove, ha portato, fra l’altro, all’evoluzione della tecnologia e alla diffusione, dapprima timidamente, poi con la forza di un tornado, dell’information technology e al progressivo inserimento dei computer in azienda, cui ha fatto seguito lo sviluppo di tool dedicati, che fossero in grado di coprire le necessità, isola per isola. Oggi occorre far coesistere in maniera ottimale tutte le visioni che si sono sviluppate nel tempo, dalla visione più aziendocentrica, a quella prodottocentrica, in maniera efficace ed efficiente.

E allora? Allora oggi è l’era dell’Industria 4.0, dove efficacia ed efficienza sono termini ormai sulla bocca di tutti, rappresentando la chiave per il successo. La questione è: perché si parla tanto di efficacia ed efficienza? Ma hanno la stessa valenza? Perché sono la chiave per l’ottimizzazione dei processi produttivi. E, no, non hanno la stessa valenza. Comunemente i due termini sono usati quasi come sinonimi anche se sono espressione di concetti ben distinti che si rimandano vicendevolmente. In effetti entrambi riguardano la capacità di gestire tempo e sforzi necessari per svolgere una data attività, ma da punti di vista e obiettivi diversi. In particolare l’efficienza considera cosa si riesce “a fare” in un tempo prefissato, mentre l’efficacia può essere letta come un ulteriore passo, cioè quanti risultati si ottengono alla fine. Quindi […] l’efficacia indica la capacità di raggiungere un obiettivo prefissato, mentre l’efficienza interfaccia l’abilità di farlo impiegando le risorse minime indispensabili. E’ quindi evidente il ruolo chiave di questi concetti quando si tratta di ottimizzare un processo produttivo, passando attraverso la pianificazione e il controllo di ogni attività che concorra alla produzione del bene.

 

 

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