L’evoluzione della qualità

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Qualità, controllo, misura: un sottile filo le lega. Un sottile filo che porta all’efficienza e alla competitività. Ripercorriamo come questo concetto si è evoluto nel tempo.

Il concetto e il significato di qualità non sono rimasti invariati nel corso degli anni. Quello della qualità è un concetto che si è anzi dimostrato mutevole, soprattutto in base alle variazioni imposte dal mercato e dalle innovazioni tecnologiche, ed è per questo si può affermare che sia un concetto in costante movimento. Se ci si sofferma ad osservare le sfumature di significato che il termine qualità ha assunto negli anni, si può tracciare un’evoluzione dal semplice “fare le cose giuste”, al “fare le cose bene la prima volta” fino al contemporaneo “fare di più con meno”. Quindi non si parla solo di morfologia e qualità dei manufatti, ma anche di esigenze di mercato che spinge ad una contrazione sempre maggiore dei tempi di produzione. Di conseguenza si deve affiancare al concetto di qualità quello di flessibilità, che oggi è un must e di cui non ci si può dimenticare. La forte personalizzazione, infatti, sta spingendo verso una produzione sempre più customizzata che obbliga alla massima flessibilità produttiva. In questa prospettiva controllare la qualità del prodotto, in maniera anche semplice, ma rigorosa, è un obbligo va esteso ad ogni situazione richiesta, estremizzando, ad ogni singolo prodotto custom, sia nei casi semplici che di quelli più complessi.

Un altro termine che si accompagna a quello di qualità, è controllo. Di fatto, si può sostanzialmente dire che non si ha qualità se non si ha anche controllo. Assicurare una qualità comporta eseguire gli opportuni controlli, applicando le varie tecniche di verifica che spaziano dall’analisi dimensionale all’esecuzione di prove su componenti e non. Si potrebbe quindi affermare che non è possibile sapere se si ha qualità se non c’è controllo e, in produzione, il controllo passo necessariamente attraverso le misure.

Ma quindi, in fine dei conti, come si può descrivere cosa sia la qualità? Se si parte da una concezione neutra, questa viene intesa come semplice conformità ai requisiti richiesti, ma si arricchisce di un significato positivo o negativo nel momento in cui viene messa in relazione o in confronto con elementi o situazioni che possono essere definiti campione. Va comunque rimarcato come qualità sia un concetto estremamente dinamico, che segue i diktat del mercato, con esigenze mutevoli e molto spesso non prevedibili: essa richiede un costante allineamento, per non rischiare di trovarsi ai margini “della mischia”.

La simulazione su modelli virtuali gioca a favore dei controlli.

Qualità, controllo, efficienza e… competitività

È noto come una produzione efficiente renda competitivi e, di fatto, il concetto di qualità si accompagna spesso proprio con quello di efficienza e competitività. E ancora una volta ci si ricollega al controllo e alla misura, ricordando che una lavorazione inefficiente può causare considerevoli perdite di redditività nei confronti dei competitor.

Quindi come si può essere più efficienti? Innanzitutto, è utile considerare la questione da un altro punto di vista, ovvero domandandosi cosa renda la propria produzione inefficiente, in modo da identificare le cause ed eliminarle alla base. Questo processo di identificazione delle cause è affidato proprio al controllo della qualità, che rappresenta un elemento imprescindibile per chiunque voglia raggiungere processi produttivi funzionali ed efficaci.

Controlli una tantum non possono dare risultati validi: è fondamentale che il controllo del processo produttivo sia costante e non solo un’impostazione di lavoro applicabile sporadicamente. In quest’ottica, la sequenzialità e la costanza sono essenziali, diversamente i benefici potrebbero essere inferiori alle aspettative.

Dunque: controllare la produzione per misurarne la qualità.

 

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