Prestazioni del lubrorefrigerante: come influisce l’acqua

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Il controllo delle condizioni dell’acqua è un passaggio fondamentale per ottenere buone prestazioni del lubrorefrigerante.
Come è noto, un lubrorefrigerante è composto mediamente da 90-95 parti di acqua: ai fini di una lunga durata in vasca è perciò indispensabile la sua analisi approfondita. I sali normalmente disciolti nell’acqua possono dare origine ad anioni (carica negativa) e a cationi (originati da sali a carica positiva).

Quali valori analizzare?

I valori che devono essere sempre rilevati con analisi specifiche (cromatografia degli ioni) sono: durezza dell’acqua, solfati, cloruri, nitriti e nitrati. Tutti questi elementi sono normalmente presenti nell’acqua di rete, ma occorre verificare che siano in quantità tale da non generare problemi ai lubrorefrigeranti. Una volta preparato il lubrorefrigerante (emulsionabile, semisintetico o sintetico), la fase acquosa del nostro fluido da taglio avrà la stessa concentrazione salina dell’acqua di preparazione.

L’evaporazione e dispersione del lubrorefrigerante: a cosa è dovuto?

Contestualmente all’inizio delle lavorazioni inizierà anche l’evaporazione del fluido lubrorefrigerante e, di conseguenza, si dovranno fare i rabbocchi dopo alcuni giorni perché il livello della vasca sarà diminuito. Perché? I principali motivi di dispersione del lubrorefrigerante sono: l’evaporazione generata dal calore della lavorazione, la dispersione con i pezzi e quella con i trucioli. Durante il processo di lavorazione subentrano, contemporaneamente altri fattori che possono influire ulteriormente sulle prestazioni del lubrorefrigerante: volume della vasca, velocità di rotazione del mandrino, calore generato dalla lavorazione, ore di lavoro, pressioni di erogazione, portata della pompa, tipologia e dimensione del pezzo, nebulizzazione generata, accumulo del truciolo in macchina, evacuazione del truciolo, materiale lavorato e aspiratori.

Cosa succede in vasca?

Durante le operazioni di asportazione truciolo la parte del lubrorefrigerante che evapora, poiché soggetta alle sollecitazioni termiche, è la fase acquosa, mentre i sali rimangono in vasca. Questa auto-concentrazione dei sali viene velocizzata dall’apporto dell’acqua che arriva regolarmente con ogni rabbocco che viene fatto alla vasca. L’aggiunta continua di sali genera inevitabilmente una continua crescita nel tempo della durezza; a questa si aggiungono i contaminanti che arrivano dai trucioli dei materiali e che possono contribuire a rilasciare ioni metallici dannosi per le prestazioni del lubrorefrigerante.

Come ridurre dunque i rischi legati alla qualità dell’acqua? Leggiamolo in questo approfondimento

 

 

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