Gel stampati in 3D, idrogel omocompositi, forti e flessibili, che possono trovare applicazione nei materiali biomedicali e nella robotica morbida. Li hanno creati i ricercatori dell’Università della North Carolina unendo reti di dimensioni micro e nanometriche degli stessi materiali delle alghe.
Questi gel a base d’acqua sono infatti formati da alginati, compositi chimici presenti nelle alghe comunemente usate come agenti addensanti e nelle medicazioni per ferite.
“L’unione di reti su scala di dimensioni diverse dello stesso alginato elimina la fragilità che a volte può verificarsi quando materiali diversi vengono fusi insieme in un idrogel – spiega Orlin Velev, docente di Ingegneria chimica biomolecolare all’Università Statale della North Carolina – I materiali a base d’acqua possono essere morbidi e fragili – ma questi materiali omocompositi, morbide particelle di alginato fibrillare all’interno di un mezzo di alginato, sono in realtà due idrogel in uno: uno è un idrogel particellare e l’altro è un idrogel molecolare. Fusi insieme producono un materiale gelatinoso migliore della somma delle due parti con proprietà che possono essere regolate con precisione, formate e prodotte su richiesta mediante una stampante 3D“.
“Stiamo rinforzando un materiale idrogel con il suo stesso materiale. Un fatto notevole, perché usiamo un solo materiale per migliorare le proprietà meccaniche complessive” aggiunge l’assistente e coautore dell’articolo Lilian Hsiao.
Questi tipi di materiali hanno il potenziale per essere più utili nei prodotti medici, nei prodotti alimentari come agente addensante o nella robotica morbida.
In futuro i ricercatori tenteranno di mettere a punto questo metodo di fusione di materiali omocompositi per incrementare l’uso della stampa 3D nelle applicazioni biomediche o nei materiali di iniezione biomedicali. Questa tecnica inoltre può essere utilizzata con altri tipi di gel, come quelli impiegati nei rivestimenti o nei prodotti di consumo.
