Un biopolimero salverà la biodiversità

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Il deterioramento degli oggetti di plastica abbandonati e i conseguenti scarti che ne derivano rappresentano circa il 68-81% delle microplastiche presenti negli oceani (fonte: Parlamento europeo), classificando i mari tra le aree più inquinate da questo materiale. Di conseguenza, il trattamento e la gestione del ciclo di vita della plastica costituiscono un problema enorme, la cui mancanza di soluzione minaccia la biodiversità marina e la sopravvivenza di moltissime specie ittiche. In questo senso, l’invenzione del ricercatore Marco Caniato della Facoltà di Scienze e Tecnologie Unibz promette un forte contributo per contrastare questo fenomeno. Grazie a un biopolimero ricavato dalla lavorazione delle alghe rosse, sarà possibile sfruttare materiali plastici o inerti di altro genere per realizzare una schiuma adatta all’isolamento acustico e termico delle abitazioni, evitandone la dispersione nell’ambiente marino.

Il processo di produzione del nuovo biopolimero

Per la produzione del biopolimero è stato impiegato un estratto dell’alga agar agar, un polisaccaride normalmente usato come gelificante naturale, che, dopo essere stato addizionato con carbonato di calcio, può essere mescolato alla plastica polverizzata derivata dai rifiuti industriali e domestici (polietilene, bottiglie di tereftalato, polistirolo espanso e schiumato). Dopo il processo di gelificazione, congelazione e liofilizzazione dei campioni,
il risultato finale è un materiale poroso che può essere utilizzato, ad esempio, al posto della lana di roccia. Un esempio concreto di approccio, processo e di materiale eco-compatibili che si aggiunge ai precedenti metodi per il riutilizzo dei rifiuti e che consente di costruire con un materiale ecologicamente ed economicamente conveniente.

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