Preventivazione: la parola allo stampista

Roberto Carminati

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Da una parte i committenti sempre più esigenti, dall’altra i fornitori. In mezzo gli stampisti, alle prese con la gestione di moltissimi dati e la necessità di una preventivazione accurata e in tempi brevi. Una soluzione potrebbe essere quella di utilizzare piattaforme IT in grado di valorizzare l’imprescindibile l’esperienza dell’uomo.

Abbiamo rivolto alcune domande sul tema della preventivazione a Lino Pastore, responsabile commerciale di Giurgola Stampi, sede a Briosco (Monza e Brianza) che dal 1983 realizza stampi a iniezione multicavitĂ  per la produzione di tappi, capsule, rogatori e chiusure filettate soprattutto per i settori alimentare, della cosmetica e detergenza, farmaceutico.

Come è cambiato il Vostro approccio alla preventivazione negli ultimi anni, alla luce delle sempre più difficili condizioni di mercato e delle possibilità offerte da Industria 4.0?

Al momento l’interconnessione 4.0 non ha impattato granché il nostro modo di preventivare ma credo possa influirvi in futuro. Continuo a pensare che più ancora delle macchine, degli stessi stampi o di qualsiasi soluzione tecnologica siano le persone a fare la differenza. Nel bene e nel male. Lo stampo non è mai la pedissequa ripetizione di un lavoro fatto in precedenza: lo stesso progetto replicato a distanza di tempo subisce dei cambiamenti. E questo proprio perché cambiano gli uomini, le loro vite, non tanto e non solo le tecnologie. Il che può incidere sui preventivi, come accadeva prima della digitalizzazione e ancor oggi accade sebbene oggi la raccolta delle informazioni è ad un livello superiore di precisione e di dettaglio grazie anche alla 4.0. Il preventivo tecnico parte da un calcolo delle ore-uomo che i software agevolano tenendo conto dei materiali, delle macchine, degli elettrodi. E una raccolta delle informazioni puntuale è di grande aiuto per elaborare un costo medio di lavorazione senza trascurare l’analisi delle variabili. Per quanto la mole di informazioni a disposizione di un’attrezzeria sia maggiore che in passato, spetta sempre all’uomo fornirle al sistema IT e gestirle, con tutti i margini d’errore del caso.

Quali devono essere le caratteristiche di un software che supporti gli stampisti in fase di preventivazione e in che misura le offerte di mercato soddisfano le vostre esigenze?

Non avendo una conoscenza approfondita degli applicativi disponibili sul mercato non ho la presunzione di giudicarli. Ma se in relazione al nostro lavoro penso agli stampi multi-cavitĂ  credo che un software debba identificarne le differenze di costo a seconda delle caratteristiche: il numero delle cavitĂ , appunto, la tipologia e la quantitĂ  dei pezzi e i codici che li descrivono. In base a questi deve elaborare formule o algoritmi che aggiornino gli archivi storici calcolando i costi e la marginalitĂ  in base alle diverse possibili variabili.

In che modo prevedete di migliorare la vostra dotazione di soluzioni IT in quest’ambito specifico e cosa dovrebbero o potrebbero darvi, in piĂą, gli sviluppatori e software house?

Siamo nell’era delle intelligenze artificiali: dando informazioni in pasto a un software l’aspettativa è che esso ne tragga conclusioni coerenti prendendo in considerazione il fattore umano insieme agli eventuali guasti o fermi macchina. Il nostro è un lavoro sartoriale che prevede la realizzazione di pezzi unici a misura del singolo cliente e delle sue mutevoli esigenze: un certo accessorio, un movimento o un automatismo, la camera calda. L’IA deve esaminarle sulla scorta di mole di dati sempre crescenti e facendo sì tesoro dello storico, ma senza limitarsi a esso. La sola matematica non può dirsi sufficiente per redigere un preventivo per i già citati stampi multi-cavità. Le soluzioni IT devono progredire e sgravare i commerciali dai compiti di preventivazione; perché si dedichino al rapporto coi clienti.

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