A proposito di esplosioni nella storia

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I casi di esplosione, a meno che non si tratti di settori in cui questo è un rischio tipico (come quello della produzione di fuochi artificiali in cui non mi addentro), hanno una frequenza relativamente bassa. Quello che in realtà di solito ci preoccupa è la magnitudo del rischio, ovvero la pericolosità della manifestazione esplosiva.

Abbiamo ancora ben impresse in mente le immagini del disastro di Beirut per l’esplosione provocata da un fertilizzante agricolo, colpevolmente stoccato in quantità ingentissima in mezzo alla popolosa capitale. Tra le altre cose non è quello dell’esplosione un fenomeno circoscritto alle sole attività su larga scala. A riprova di ciò citiamo un fatto del 1785 descritto dal perito incaricato dalla Reale Accademia delle Scienze di Torino, il conte Carlo Ludovico Morozzo di Bianzè: “Il giorno 14 dicembre 1785 alle sei di sera nella bottega del Signor Giacomelli Panettiere si verificò una esplosione che abbattè i telai e i vetri che davano sulla strada…() la fiammata era partita dal retrobottega, dove si trovava il garzone che rimescolava la farina alla luce di una lampada”. Il nobile perito continua narrando come il garzone ebbe scottature a braccia e viso con una prognosi di oltre 15 giorni e come non fosse l’unica vittima dell’evento. Per cui se anche la farina in un negozio di panettiere può dare luogo ad una esplosione la bellezza di 235 anni fa, è meglio considerare questo rischio come comunque presente nella moderna società industriale. Infatti, tra il 1982 ed il 1997 (15 anni) le esplosioni avvenute in silos contenenti prodotti agro alimentari sono state 24 con quasi 100 morti e con più di 230 feriti. In tutta Europa sono più di 2000 l’anno le esplosioni durante operazioni di stoccaggio, trasporto e manutenzione di sostanze infiammabili o combustibili. Da statistiche statunitensi, tedesche e francesi si evince che ogni giorno nel mondo avviene un evento esplosivo in industrie che utilizzano polveri. Acclarato che su scala planetaria l’esplosione non è poi così rara, cerchiamo di capire dove, a livello di settore industriale, si verificano le esplosioni. Ci aiutano in questo i dati statistici tedeschi.

Alcune esplosioni significative nella storia

In Germania il fenomeno dell’esplosione si verifica in un terzo dei casi nel settore della produzione del legno, mentre l’industria della plastica e il metalmeccanico si collocano a distanza con circa il 13% dei casi ciascuna. Nell’industria della chimica farmaceutica si registrano il 6% dei casi. Negli altri settori industriali il 36% delle esplosioni avvenute in quel paese. Il settore dei trattamenti superficiali dei metalli si colloca nel metalmeccanico, anche se le problematiche delle galvaniche in particolare sono più di tipo chimico. Fortunatamente non sono molti i casi incidentali di esplosione nelle galvaniche, tanto che non abbiamo segnalazioni di questo tipo di incidente nel registro europeo degli incidenti rilevanti (e-MARS). Tuttavia recentemente la Regione Lombardia ha inserito le galvaniche in un “piano mirato di prevenzione del rischio di esplosioni”. Secondo quanto recita il comunicato ufficiale, l’inserimento del nostro settore si deve ad un caso di esplosione sul fondo di una vasca vuota che è costato la vita ad un lavoratore nel 2018. Ho cercato a lungo maggiori notizie tra i colleghi e sul web per conoscere meglio sia l’episodio sia le cause incidentali, purtroppo non sono approdato a nulla. L’accenno al fatto che la vasca fosse vuota ed in manutenzione mi fa comunque sospettare che si tratti ancora una volta di una tipologia di incidente che abbiamo già affrontato nell’articolo sugli spazi confinati. Ricordo infatti il caso della fiammata innescata dalla sigaretta accesa dell’operatore che aveva appena terminato di ripulire l’interno della vasca con un diluente volatile il cui gas è altamente infiammabile. Nel caso che ha fatto muovere la Regione Lombardia è secondo me assai probabile sia avvenuta la stessa cosa, con una aggravante rispetto al caso del Veneto di molti più anni fa, ovvero vi sia stato il superamento del limite inferiore di esplosività della concentrazione di vapori della sostanza utilizzata. Sta di fatto, comunque, che la vasca era vuota, nelle nostre galvaniche tradizionali le soluzioni utilizzate non mi sembra abbiano tra i loro rischi quello dell’esplosività.

 

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