Formazione: tre strumenti per le imprese

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Formazione. Facile a dirsi, difficile a realizzarsi. Il termine formazione è al centro di numerosi dibattiti e tema di riflessione nelle aziende che ne ormai compreso appieno il valore strategico per il loro futuro. Per facilitare la realizzare di programmi adeguati di formazione, le realtà industriali possono oggi usufruire di diversi strumenti pubblici che erogano finanziamenti appositi. Ne segnaliamo tre qui di seguito.
-I fondi interprofessionali sono utilizzati da oltre 900 mila aziende e circa 10 milioni di lavoratori. Ogni anno vengono gestiti in relazione a questi fondi 659 milioni di euro e ne vengono stanziati tramite avvisi pubblici circa 357 milioni di euro. Ciò significa che ogni azienda può ottenere molto di più di quanto versa, attingendo alle quote non utilizzate da altre imprese che rinunciano a questa opportunità per vari motivi. Talvolta perché non riconoscono il valore della formazione, oppure per mancanza di conoscenza dell’opportunità o delle modalità di accesso.
-Il bonus formazione, invece, rientra nel piano nazionale “Impresa 4.0” ed è stato confermato anche per il 2022. Si riferisce alla formazione del personale dipendente sulle tecnologie rilevanti per la trasformazione tecnologica e digitale delle imprese. Ambiti di attività compresi nel bonus sono per esempio la cybersecurity, i big data e l’analisi dei dati, la robotica avanzata e collaborativa, la protipazione rapida, ecc. Il credito d’imposta che matura in base alle attività formative è calcolato in base alla dimensione aziendale. La formazione, in questo caso, può essere erogata da personale interno all’azienda oppure da soggetti esterni accreditati.
-Il fondo nuove competenze, creato ed è gestito da Anpal (Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro), è uno strumento di politica attiva che è stato completamente utilizzato, per un ammontare di 730 milioni di euro tra risorse derivanti da fondi europei e interventi sul Recovery fund, ma che gode già di una previsione di rifinanziamento di 1 miliardo di euro circa con le risorse del programma React-Eu. Grazie a questa misura, alle imprese viene anticipato un contributo del 70% dell’importo che verrà chiesto a rimborso (il saldo viene erogato a consuntivo). L’utilizzo del fondo può essere alternativo alla cassa integrazione e utilizzato anche per promuovere processi di mobilità e ricollocazione in altre aziende. I numeri parlano di una iniziativa di successo: a metà maggio 2021 le domande presentate hanno superato la soglia di 2 mila. I lavoratori coinvolti, al momento, sono quasi 154 mila, per il 70% appartenenti a imprese con più di 250 addetti. Emerge una netta prevalenza del nord Italia con oltre 100 mila lavoratori coinvolti.

 

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