“Make or Buy”, i principi generali di una scelta strategica

Stefano Vezzelli

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Fare un’attenta valutazione preliminare su costi e criticità che si possono incontrare producendo internamente un prodotto, oppure acquistandolo all’esterno, è un aspetto determinante nel dare un’impronta al business di un’azienda. E sono tantissime le variabili da tenere in considerazione per il Make or Buy.

Il periodo storico in essere sta facendo registrare tempi duri per il reperimento dei materiali per le aziende. Secondo studiosi e addetti ai lavori le motivazioni adducibili a questi accadimenti sono riconducibili a molteplici fattori e danno adito a varie considerazioni e riflessioni. Tralasciando quali possano essere gli elementi che hanno portato le aziende ad un approvvigionamento così faticoso di materie prime e semilavorati per il loro fabbisogno, riaffiora alla mente uno dei principi cardini legati alle strategie aziendali per la gestione delle imprese, la quale tuttavia viene spesso poco applicata nella pratica e tenuta invece molto presente in contesti teorici. Si tratta dell’analisi “Make or Buy”, o anche conosciuta come quella legata al saper determinare all’interno di un’organizzazione se costruire al proprio interno (make) un prodotto o un componente, oppure acquistarlo all’esterno (buy). Da notare che questo principio può essere anche applicato in maniera estensiva ai servizi.

Elemento particolarmente significativo, se ben interpretato e modellato all’interno di un connubio tra esigenze aziendali e possibilità di un’impresa, potrebbe consentire a un’organizzazione di ottenere un vantaggio competitivo per essere maggiormente reattiva, flessibile e puntuale differenziandosi così nel proprio mercato di riferimento. Per l’applicazione di questa strategia, specie in questi mesi frenetici dove è assolutamente essenziale avere date certe rispetto alla consegna dei materiali richiesta, diventa pertanto necessario valutare attentamente, oltre ai costi da sostenere per avere a disposizione il prodotto o servizio, anche numerosi altri fattori critici come la disponibilità sul mercato di determinate risorse.

Preliminarmente è dunque necessaria un’attenta valutazione di quali costi e criticità si possono incontrare producendo internamente un prodotto oppure acquistandolo all’esterno. Questi devono essere confrontati tenendo quindi presente la reperibilità sul mercato delle materie o dei semilavorati necessari alla realizzazione e, per quanto riguarda la realizzazione interna, anche delle adeguate risorse per la sua attuazione valutando, soprattutto, sia delle potenzialità dell’organizzazione in termini di capacità produttiva, sia delle competenze necessarie allo svolgimento di quanto pianificato. Inoltre, va messo in evidenza che una possibile via perseguita da alcune realtà imprenditoriali ricade nell’attuazione di una scelta mista, ovvero la possibilità di acquistare determinate parti esternamente per poi compiere internamente solamente specifiche fasi produttive.

Una scelta ben ponderata

L’applicabilità del “make or buy” non sempre è semplice. Ad esempio prendendo in considerazione una neonata azienda che produce arredamenti per comunità, la quale si trova nella necessità di determinare se realizzare internamente le coperture in acciaio inox dei propri banchi da lavoro, oppure se, in alternativa, approvvigionarsi del semilavorato esternamente già pronto da montare nella fase di finitura del prodotto, le variabili da considerare sono molteplici. Ciò genera tutta una serie di ipotesi che inducono la ditta a riflettere se acquistare una piegatrice per il proprio reparto produttivo e addestrare personale al suo utilizzo, oppure se approvvigionarsi da terzisti specializzati e già attrezzati del prodotto realizzato su specifica. Ciò fornisce ulteriori spunti per almeno qualche altra (in realtà sarebbero molteplici) considerazione. Nel caso in cui si opti per il “make” sarebbe necessario tener conto di altri ulteriori elementi come il reperimento della materia da lavorare, la sua fluttuazione sul mercato, l’addestramento del personale, i costi di lavorazione, le risorse a disposizione e un’altra serie di variabili non trascurabili.

Ciò consentirebbe però, nel caso in cui la materia prima sia disponibile, di gestire la commessa con maggiore accuratezza e flessibilità secondo le esigenze dell’organizzazione. L’acquistare esternamente il prodotto (buy), invece, comporterebbe una minore possibilità di controllo qualitativo del prodotto durante l’iter lavorativo, ma implicherebbe il dover sottostare ai tempi di consegna del fornitore e alla necessità di fornire elementi strategici aziendali, come le specifiche tecniche, all’esterno. Tuttavia, tutto ciò, avrebbe come risultato un minor costo legato al magazzino delle materie prime per produrre il semilavorato, meno risorse impiegate nei reparti produttivi oltre che un risparmio legato al mancato acquisto delle attrezzature necessarie alla produzione delle coperture. Ciò, ovviamente, assieme a tutta un’altra serie di vantaggi, tra cui spicca quello di avere minori costi fissi. Tra i vari aspetti da tenere in considerazione tuttavia persistono anche altri elementi. Tra questi rimangono sicuramente l’impronta che l’azienda vuole fornire verso l’esterno.

Sicuramente la percezione dei clienti varia rispetto ad aziende che realizzano internamente un prodotto in tutte le sue fasi, rispetto a quelle che assemblano solamente i componenti reperiti esternamente e si concentra soprattutto sulle attività di collaudo e sull’eventuale post vendita. Pertanto, oltre a interessare una questione legata ai costi ed ai margini, nella valutazione devono essere presi in considerazione anche altri fattori ritenuti determinanti e che ogni azienda attribuisce secondo un proprio livello d’importanza. Questa tipologia di valutazioni oltre che avere un impatto anche dal punto di vista organizzativo per un’azienda può consentire di mantenere anche eventuali segreti industriali soprattutto se legati al prodotto, al suo sviluppo e al know how.

Tante variabili in campo

Va da sé che oltre a una questione squisitamente economica e anche organizzativa, in fase di analisi, incidono nella scelta del “Make or Buy”, del costruire internamente o esternamente un prodotto o un servizio anche molti altri elementi significativi. In linea di massima per questo si tende molte volte, anche se non è una la regola fissa, a realizzare internamente i prodotti o generare servizi dall’alto valore, in termini di competenze e know how, demandando verso l’esterno le attività ritenute meno importanti oppure quelle legate alla maturità del settore che rende i processi maggiormente specializzati aumentando al tempo stesso la qualità del prodotto a costi generalmente inferiori. In questo contesto è inoltre necessario tenere presente che realizzando esternamente molti componenti si accrescerebbero pertanto i costi legati alla logistica. Altresì, si avrebbe minor controllo sulla produzione e una probabile maggiore dilatazione dei tempi legati al ciclo produttivo.

Dunque, questa del “Make or Buy” rimane una delle scelte maggiormente strategiche per un’azienda anche se spesso viene presa con leggerezza e alla quale non vengono fornite le necessarie attenzioni, le quali devono essere suffragate da dati ed analisi ben precise e non solamente da sensazioni. Inoltre, sono scelte che sicuramente non devono rivestire un carattere immodificabile, ma dovrebbero essere valutate attentamente di tanto in tanto oppure, come sta accadendo ora, al variare di elementi significativi esterni o interni a un’organizzazione. Alla luce di queste prime nozioni connaturate alla scelta del “Make or Buy”, si vuole di fatto porre in evidenza al lettore la necessità di prendere in considerazione e analizzare concretamente questo aspetto nella gestione strategica d’impresa. Questo soprattutto per quelle piccole e medie organizzazioni che intendono indagare il proprio stato dell’arte prima di procedere speditamente verso una direzione piuttosto che un’altra.

Ciò in quanto oggi diventa fondamentale essere in grado di valutare e monitorare adeguatamente le prassi produttive le quali necessiterebbero di essere riviste proprio per il continuo mutare degli elementi, sia interni sia esterni, con i quali ogni impresa si trova a dover convivere ogni giorno.

di Stefano Vezzelli

 

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