IA e Pmi: c’è ancora molto da fare

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Il rapporto Anitec-Assinform fa il punto sull’adozione dell’IA nelle imprese italiane in raffronto agli scenari internazionali. Per scoprire i punti di forza e i (molti) margini di miglioramento per una buona ripresa dopo la pandemia. Pmi ancora troppo “indietro”.

Il white paperPromuovere lo sviluppo e l’adozione dell’intelligenza artificiale a supporto della ripresa”, predisposto dal tavolo di lavoro “Intelligenza artificiale” di Anitec-Assinform, nasce per contribuire a indirizzare gli interventi “IA” nell’Italia post pandemica.

Un mercato in piena espansione

Il documento, presentato lo scorso 15 giugno, si rivolge soprattutto alle imprese: un solido piano di formazione, una vision di investimento permanente, politiche di incentivi e una strategia per il trasferimento tecnologico università-impresa potranno consentire all’Italia di sfruttare al meglio le possibilità offerte dall’IA. Diversi i focus specifici relativi al monitoraggio delle tecnologie esistenti, all’analisi del mercato e al contesto internazionale. A tale proposito le principali società di consulenza stimano l’impatto dell’IA sull’economia globale: un recente studio di PwC evidenzia come l’impatto sul Pil mondiale sarà pari al 26% nel 2030, per un totale di oltre 15 mila miliardi di dollari. McKinsey stima a livello europeo una crescita del 19% del Pil attribuibile alla IA per un totale di 2.700 miliardi. In questo scenario il dato certo è che l’Italia arranca ancora un po’, visto che in questi calcoli si trova indietro, con una attesa di impatto del 13% sul PIL, per 228 miliardi al 2030. Guardandola in positivo, si può dire che vi sia ancora un notevole potenziale inespresso. Per ciò che concerne l’Europa, nel 2020 il mercato Ue dell’AI è stato stimato in 5 miliardi di euro con CAGR (tasso di crescita composto) del 40%. Net Consutling Cube stima il mercato italiano IA nel 2020 a 241 milioni, con una crescita del 12%, sul 2019 e prevede che quest’ultimo arriverà a toccare 390 milioni entro il 2022, con una crescita media del 27%. Sempre riguardo l’Italia, recenti indagini Istat e Eurostat mostrano come l’IA sia utilizzata maggiormente dalle grandi imprese piuttosto che dalle Pmi. I dati Eurostat permettono, inoltre, di quantificare il gap tra le imprese italiane e la media europea. A livello europeo il 42% delle imprese del campione utilizza almeno una tecnologia di IA mentre in italia lo farebbe solo il 35%. In Italia i principali ostacoli per l’adozione dell’IA in azienda sono i costi elevati e la mancanza di finanziamenti pubblici adeguati. Un’indagine su un campione rappresentativo di aziende end user italiane nel rapporto “Il digitale in Italia” mostra chiaramente come ben il 70% di queste stia già utilizzando soluzioni di intelligenza artitificiale, mentre il 20% ha avviato sperimentazioni. Secondo l’Istat solo il 7,9% delle Pmi utilizza almeno uno strumento di intelligenza artificiale, mentre lo stesso dato, riferito alle grandi imprese, raggiunge il valore del 26,3%. I risultati dello “European enterprise survey on the use of technologies based on artificial intelligence” permettono il confronto con altri paesi europei. Il nostro paese sconta un ritardo rispetto alla media del continente nella diffusione dell’IA in azienda: nel campione Eurostat il 35% delle imprese italiane utilizza almeno una tecnologia di IA a fronte di una media europea del 42%; il 46% delle imprese italiane non utilizza l’IA e non ne ha pianificato l’utilizzo, quando la media europea per questo dato è del 40%.

di Simone Finotti

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