Alta pressione: cultura e tecnologia

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Le lavorazioni in alta pressione non sono solo “tecnologia”: i migliori risultati se si considera anche l’aspetto culturale.

Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da un mercato fortemente competitivo, ma non per questo disposto a scendere a compromessi quando si tratta di qualità. La recente situazione storico-sociale ha costretto il mondo manifatturiero a rivedere molti concetti e molte situazioni, ma restano alcuni punti cardine, come il risparmio energetico, la riduzione dei tempi di processo, la durata degli utensili, e, naturalmente, la qualità del manufatto. Oggi la produzione si trova a dover dare una risposta adeguata a tutte queste richieste, che se unite all’introduzione di nuovi materiali, alcuni di difficile lavorabilità, rappresentano un bel grattacapo. A cui si aggiungono tutte le difficoltà dovute alla pandemia…

In un mondo ricco di richieste, ma anche di limiti, la nota positiva è certamente rappresentata dalla ricerca, che non si ferma mai, e che, nonostante l’ovvio orientamento a trovare risposte ai problemi legati alla pandemia, da sempre è impegnata a risolvere al meglio ogni difficoltà, o necessità, insorga. Oggi stanno sempre più diffondendosi le lavorazioni in alta pressione, in grado, se correttamente applicate, di soddisfare le esigenze delle moderne realtà produttive, riconducendosi a un concetto ormai noto e imprescindibile: l’efficienza di processo.

Se correttamente applicata….

È importante soffermarsi sul quesito “se correttamente applicata” perché la lavorazione in alta pressione non è semplicemente un modo di lavorare, ma è un nuovo modo di concepire la lavorazione e, in quanto tale, chiede un cambio culturale, perché oggi si vuole di più e, volendo essere un po’ filosofi, al “di più“, non c’è limite. È partendo dal cambio culturale e dal “non c’è limite, si può fare di più” (o meglio) che è nata, e si sta velocemente sviluppando, la cultura dell’alta pressione: lavorazioni con pressioni del fluido da taglio superiori a 20 bar, per lavorazioni ad alte prestazioni, con “alta cadenza di pezzi“.

Poterebbe sembrare semplice, ma il problema è che le lavorazioni in alta pressione non si improvvisano, né ci si improvvisa tecnico competenti: l’alta pressione richiede strumenti e competenze adeguati, partendo dalla macchina utensile e dagli utensili, per arrivare ai device, cioè a tutto ciò che concorre alla lavorazione, perché il processo produttivo moderno deve lavorare secondo una logica sinergica, abbracciando il concetto di “sistema macchina utensile”.

 

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