Trasmissione idrostatica “su due ruote”

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Un’e-bike a trasmissione idrostatica non si era ancora vista, finora!

Le bici a pedalata assistita sono ormai una realtà consolidata nel panorama mondiale. city bike e mountain bike (MTB) con assistenza alla pedalata di tipo elettrico sono da anni disponibili sul mercato e, grazie ai prezzi divenuti ormai accessibili, sempre più diffuse. Il successo delle e-bike può essere facilmente spiegato considerando che permettono di mettere assieme la facilità di impiego (e l’ecosostenibilità) di una bicicletta, con la possibilità di affrontare dei percorsi più o meno impegnativi senza dover “sudare sette camicie”. Nel percorso casa-ufficio, la e-bike permette di arrivare freschi, pur se nel tragitto il percorso non è come quello che si trova al centro della pianura padana, come un biliardo. Nella sua versione più racing, l’e-bike consente, anche a persone più avanti con gli anni, di poter fare delle escursioni su percorsi impegnativi o su lunghezze sostenute, magari in compagnia di atleti più giovani e prestanti.

Devo essere sincero. La mia esperienza personale con un’e-bike (una MTB KTM) non è stata delle più positive. L’ho trovata troppo pesante. La mia sensazione è stata di avere a che fare con… una moto molto leggera. Questo mio giudizio, però è viziato da almeno due fattori:
1) era una bici presa a noleggio e quindi probabilmente non era un modello recente;
2) a me piace fare fatica sulla bici, quindi vedo male, almeno per ora, qualcosa che mi aiuti a farne meno. Ciononostante, posso però confermare che in alcune uscite impegnative con le MTB si sono aggregate al nostro gruppo delle persone che, senza l’ausilio della pedalata assistita, non avrebbero mai completato una salita su sterrato col 13% di pendenza. Quindi, le e-bike hanno il grande aspetto positivo di permettere a molte persone, che diversamente non avrebbero potuto, di poter praticare sport, e su questo non si discute.

Figura 1 – Schema funzionale di un’e-bike (Crediti fotografici: BiciTech).

Assistenza elettrica

Ma come fanno le bici a pedalata assistita ad aiutare il ciclista? Grazie ad un motore elettrico che viene posizionato all’altezza dell’asse dei pedali, come mostrato in Figura 1. Il motore si attiva grazie a dei sensori che percepiscono la forza che il ciclista oppone sui pedali. In sostanza, il motore elettrico amplifica lo sforzo fatto dal ciclista sui pedali e trasmette alla catena cinematica una forza maggiore di quella esercitata dai muscoli. Il livello di assistenza, ossia di amplificazione dello sforzo, è regolabile, modificando con un inverter la potenza elettrica sviluppata dal motore. Normalmente, nelle e-bike non è possibile avanzare con la sola propulsione elettrica, anche se stanno avendo molto successo, specie in città, delle altre tipologie di veicoli, molto più simili ad un ciclomotore, che si muovono quasi esclusivamente per mezzo di un motore elettrico e che mantengono i pedali solo per poter garantire la mobilità in caso di batteria scarica (vi ricordate il Ciao della Piaggio?) e anche per omologare il veicolo come ciclo, dunque senza l’obbligo di uso del casco.

Tornando alla nostra e-bike, nella Figura 1 è visibile la batteria, solitamente ancorata al telaio della bici, ma soprattutto è visibile la catena che permette di collegare la ruota dentata del motore elettrico con il pacco pignoni sulla ruota posteriore. Il cambio marcia, in un’e-bike tradizionale, viene gestito allo stesso modo di una comune bicicletta: mediante pacco pignoni e deragliatore. Se ciò da un lato garantisce una soluzione semplice, di facile manutenzione e affidabile, dall’altro lato ha due punti negativi:
1) il numero dei rapporti è definito;
2) la catena e il pacco pignoni sono generalmente esposti, pertanto possibili sorgenti di sporco, soprattutto se la bici viene impiegata in ambito urbano.

A tutto ciò ha pensato di porre rimedio una startup israeliana che ha ideato la bici a pedalata assistita con trasmissione idrostatica di nome OYO e realizzata dalla BC Bike (www.chainfreebike.com).

 

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