I vivai in 3D aiutano a comprendere la nascita delle stelle

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Un progetto ambizioso con risultati sorprendenti e scientificamente illuminanti. E, trattandosi di stelle, non poteva che essere così. Dalla stampa 3D prende vita l’idea di Nia Imara, l’astrofisica che, insieme al suo team di ricercatori, ha realizzato il primo vivaio rappresentante le vaste nubi molecolari in cui si verifica la formazione stellare.

Il modello è stato riprodotto utilizzando i dati delle simulazioni delle nubi molecolari e un sofisticato processo di additive manufacturing in cui le densità e i gradienti su piccola scala delle “nuvole turbolente” sono stati incorporati in una resina trasparente. Le palle lucide del diametro di 8 centimetri che ne scaturiscono consentono di visualizzare quelle strutture in cui si formano le stelle in modo da poter comprenderne meglio i processi fisici.

Le nove simulazioni su cui si basano i modelli sono state progettate per esplorare gli effetti di tre processi fisici fondamentali che governano l’evoluzione delle nuvole molecolari: turbolenza, gravità e campi magnetici. Modificando le diverse variabili, come l’intensità dei campi magnetici o la velocità con cui si muove il gas, le simulazioni mostrano come i diversi ambienti fisici influenzino la morfologia delle sottostrutture legate alla formazione stellare. Da qui la teoria secondo la quale gli spin delle stelle appena nate dipenderanno dalle strutture in cui si formano.

Una tecnologia in continua evoluzione

A differenza della stampa 3D tradizionale, che produce solo oggetti solidi con una superficie esterna continua, l’approccio dei ricercatori utilizza una tecnica simile al getto d’inchiostro per depositare minuscole goccioline individuali di resina opaca in punti precisi all’interno di un volume circostante di resina trasparente, per definire la forma della nuvola con dettagli portentosi. Questi modelli potrebbero rivelarsi anche preziosi strumenti per l’istruzione e la divulgazione scientifica.

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