Metalli duri: è davvero così difficile lavorarli?

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I metalli duri sono costituiti da particelle di grana fine di materiale duro – principalmente carburo di tungsteno – tenute insieme da un legante metallico (spesso cobalto). Sono modellati dalla metallurgia delle polveri e, dopo la sinterizzazione, hanno elevatissimi valori di durezza e resistenza all’usura. Le applicazioni principali sono gli utensili da taglio, ma anche utensili da trancia e formatura la cui maggior durata porta a una crescente richiesta di mercato. La lavorazione necessaria per ottenere questi utensili richiede però molto tempo e può avere dei costi elevati.

Metalli duri: la sfida della lavorazione

La lavorazione dei metalli duri rimane oggi, nonostante i lenti progressi, una sfida tecnologica.
A causa della loro elevata durezza, le macchine e gli utensili di lavorazione sono sottoposti a carichi estremamente elevati che possono avere un impatto significativamente negativo sulla durata degli utensili e la qualità della lavorazione. Perciò, per lungo tempo, è stato utilizzato un processo elaborato, che si basava principalmente sull’elettroerosione e sulla lucidatura e rettifica.

Notevoli progressi, tuttavia, sono stati compiuti nel campo delle macchine utensili, degli utensili e del software. Sono stati effettuati, al posto dell’elettroerosione, i consueti processi di asportazione truciolo come fresatura e foratura. Si è iniziato a utilizzare la tornitura o la rettifica a coordinate che garantisce tempi ridotti, maggiore precisione e migliore qualità superficiale.

Leggete l’approfondimento sulle criticità della lavorazione dei metalli duri

 

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