C’è un nuovo regista nella squadra di TRUMPF in Italia

Simone Franza

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L’anno appena concluso è stato ricco di cambiamenti nel settore della lavorazione della lamiera. Non è stata da meno la sede italiana del gruppo TRUMPF, protagonista di un avvicendamento ai massimi livelli aziendali. Michele Turrisi, nuovo Amministratore Delegato della filiale, ha raccontato a “Lamiera” novità e aspettative che si prospettano in questo nuovo corso.

Michele Turrisi è il nuovo amministratore delegato di TRUMPF in Italia. Dopo una lunga esperienza in TRUMPF, dapprima nel servizio tecnico, successivamente presso la casa madre in Germania come responsabile dello sviluppo di soluzioni 4.0 e, infine, di nuovo in Italia come responsabile del post-vendita, nell’aprile 2021 ha sostituito alla guida della filiale italiana Marcella Montelatici, la quale ha assunto nuove responsabilità a livello corporate. Lamiera ha incontrato il nuovo CEO e ciò è stato occasione per approfondire la storia personale e fare il punto della situazione sul mercato, sugli attuali progetti e le sfide future.

Che effetto fa essere alla guida di TRUMPF in Italia?

È un sogno, inizialmente inaspettato, che alla fine si è realizzato. Inoltre, è un onore essere alla guida proprio della filiale italiana, che opera in uno dei mercati più vivaci e innovativi, i cui attori, per crescere e prosperare, hanno bisogno di partner d’eccellenza, quale TRUMPF, che li supportino nelle sfide rappresentate principalmente dal rinnovamento tecnologico e dalla transizione digitale. I successi, tuttavia, non vengono lavorando da soli, quindi il mio ringraziamento va a tutti i collaboratori di TRUMPF: una squadra affidabile capace anche di adattarsi alle varie esigenze che l’attuale periodo ha imposto e, naturalmente, anche a tutti i clienti che ci hanno dato fiducia.

Quando è entrato in azienda si aspettava questo tipo di carriera?

Onestamente no. Sono entrato nel 1995 partendo dall’assistenza e dal servizio tecnico e mi sentivo appagato nel far parte di un gruppo leader di mercato dalla forte capacità innovativa; già lì pensavo di essere arrivato. Ho sempre cercato di impegnarmi con dedizione nei compiti assegnatimi cercando al contempo anche di dare quel qualcosa in più. Proprio questo ha permesso di mettermi in evidenza e di fare in modo che mi venissero presentate delle opportunità. Così, cogliendo positivamente le sfide che mi sono state proposte, ho avuto modo di crescere e cinque anni fa ho accettato di seguire un progetto presso la casa madre che coinvolgeva l’implementazione di TruConnect, la nostra soluzione per Industria 4.0. Successivamente, tornato in Italia, ho ripreso in mano il post-vendita con ruoli più ad ampio spettro: affiancavo spesso la rete commerciale e mi trovavo impegnato anche in attività più dirigenziali, lavorando quindi con diverse persone e diversi reparti. Oggi la nomina di Amministratore Delegato rappresenta un’opportunità unica, un traguardo raggiunto grazie ai miei meriti ma anche grazie alla squadra TRUMPF.

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Lo stabilimento della casa madre TRUMPF a Ditzingen, in Germania
Cosa ha significato assumere l’eredità lasciata dal suo predecessore?

La dottoressa Montelatici ha fatto un ottimo lavoro, lasciando un’organizzazione pienamente funzionante. È stata la mia responsabile per molti anni e tutt’ora la considero il mio mentore. Inoltre, non avendo lasciato l’azienda ma essendosi solamente trasferita presso la casa madre, ho la consapevolezza di poter contare eventualmente su di lei.

Vista la sua esperienza in Germania, ci può paragonare la realtà della casa madre alla filiale italiana?

Nell’headquarter si lavora per strategia, nelle filiali si lavora per soddisfare il cliente, mantenendo l’alto standard qualitativo che accompagna il nome TRUMPF. Proprio questa necessità implica tempistiche più stringenti, alle quali il mondo teutonico, spesso più riflessivo, non è abituato. È quindi sì necessaria la strategia a medio-lungo termine, ma con la flessibilità che il cliente richiede; in questo contesto l’adattabilità e la creatività tipicamente italiane risultano vincenti se combinate con il supporto tecnologico della casa madre.

Come è stato assumere l’incarico di Amministratore Delegato in questa contingenza sanitaria-economica? Quali strategie avete adottato?

Assodata la tragicità dell’evento, dalla pandemia abbiamo potuto trarre anche alcuni insegnamenti positivi: la necessità di dover ridurre i contatti personali ci ha permesso di fare grandi passi in avanti nel modo di lavorare, accelerando la trasformazione verso quel mix fisico-digitale che era già in atto. Ciò ha comportato grandi benefici ai clienti: siamo infatti stati in grado di raggiungerli e soddisfare le loro esigenze più velocemente che in passato. Un esempio fra tutti è stato l’introduzione dell’app visual assistant: un sistema di visualizzazione da remoto, che permette di vedere quello che l’operatore vede; il cliente così non deve più aspettare il sopralluogo dei nostri tecnici per attività anche banali e ciò riduce enormemente i tempi di fermo. Abbiamo colto anche l’occasione per strutturare una task force che si occupa di sicurezza dei dipendenti e dei clienti per l’utilizzo delle macchine tramite nuovi dispositivi e corsi di formazione.

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La sede della filiale italiana di TRUMPF a Buccinasco (MI
Quali altri progetti avete implementato per risultare più vicini al cliente in questo delicato periodo?

È stato un periodo di forte riorganizzazione lato nostro a cominciare da un rafforzamento delle attività di marketing digitale quali webinar e demo live direttamente col customer service. Abbiamo fornito ai clienti la possibilità di contattare i nostri tecnici chattando direttamente sulla Service app ottenendo supporto tecnico e la possibilità di aprire direttamente una pratica di assistenza, senza necessariamente chiamare il nostro call center.

Infine, in questo periodo i clienti hanno potuto toccare con mano il vantaggio che la digitalizzazione dei sistemi comporta: chi impiegava macchine automatizzate e processi di controllo a distanza ha potuto continuare a produrre senza mettere a repentaglio la salute dei dipendenti e questo è stato un innegabile vantaggio. Per venire incontro a questa esigenza e supportare ancora di più la transazione verso il 4.0 abbiamo potenziato la squadra legata all’implementazione TruConnect tramite un’attività di project automation.

Simone Franza

 

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