L’anello di ferro e il ponte che cadde due volte

Martino Barbon

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Gli ingegneri canadesi portano al mignolo un anello, simbolo della loro professione e monito delle responsabilità. Un semplice cerchio di ferro, con una storia drammatica e poetica allo stesso tempo.

Quebec, Canada, 28 agosto 1907. Dopo 4 anni di lavori, il nuovo ponte sul fiume San Lorenzo crolla in 15 secondi, portando con sé le vite di 75 persone. Per alcuni, un disastro annunciato.

La storia del Quebec Bridge inizia alcuni anni prima. Dopo mezzo secolo di proposte, annunci e progetti l’opera sta per vedere la luce. Di proprietà delle ferrovie canadesi, era ed è tuttora un’infrastruttura imponente: con una lunghezza totale di 987 m, una larghezza di 29 m, e una campata principale di 549 m che corre a 46 m dal pelo dell’acqua. La progettazione definitiva era iniziata attorno all’inizio del secolo, sotto la direzione degli ingegneri Hoare e Schreiber. Edward A. Hoare non aveva mai progettato un ponte oltre i 100 m di lunghezza. Ad assistere Collingwood Schreiber c’era l’ing. R.C. Douglas, licenziato nel 1903 per dei contrasti di natura tecnica in merito ai dimensionamenti. Nel 1904 la campata sud inizia a prendere forma, ma il suo destino è segnato. Il peso a vuoto del ponte supera la capacità della struttura, perché i calcoli preliminari, mai controllati in modo approfondito, erano errati.

Nell’estate del 1907, con il ponte quasi ultimato, l’ingegnere di cantiere Norman McLure nota deformazioni crescenti alle travi portanti. L’ing. Theodore Cooper, che aveva sostituito Schreiber, minimizza: “si tratta di problemi trascurabili”. L’impresa costruttrice Phoenix Bridge Company, già impegnata con il famoso ponte di Manhattan, rimbalza le accuse sostenendo che le travi fossero arrivate già deformate.

Il 27 agosto il cedimento diventa sempre più importante. McLure contatta Cooper, che di fronte all’evidenza la mattina del 29 telegrafa alla Phoenix: “non aggiungete altro peso prima delle dovute considerazioni”. Ma quel telegramma non arriverà in tempo: appena prima della fine del turno, il Quebec Bridge collassa nel più grande disastro nella storia dei ponti in costruzione.

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Il progetto originale del ponte sul Quebec River. Fonte: Encyclopædia Britannica, 1911

Il Canada aveva però ancora bisogno del suo ponte sul San Lorenzo. Le campane dei funerali non avevano quasi smesso di suonare che già un secondo progetto veniva avviato. A sovrintendere ai lavori sono gli ingegneri Maurice FitzMaurice e Ralph Modjeski, guidati da H. E. Vautelet. Il ponte è ancora una volta del tipo a sbalzo, come il precedente, ma stavolta con una struttura più robusta.

Purtroppo il Quebec Bridge non aveva finito di riscuotere il proprio tributo. Il giorno 11 settembre 1916, durante la delicata fase della posa, la campata centrale del ponte crolla improvvisamente. L’enorme sezione da 5000 t precipita nel fiume, portando con sé le vite di 13 persone. La causa era un difetto strutturale nei macchinari impiegati per il lancio del traliccio. L’ing. Frants Lichtenberg, incaricato della costruzione della campata centrale, aveva avvisato Vautelet del problema sei settimane prima.

Non venne ascoltato.

Bisognerà attendere l’agosto del 1919 per vedere il ponte finalmente completato. Sono trascorsi più di cent’anni, ma la sezione centrale rimane a tutt’oggi il ponte a sbalzo più lungo del mondo.

L’eredità del ponte sul San Lorenzo

Il disastro ha mostrato l’impatto che una progettazione inaccurata e impropriamente supervisionata può causare. Per questo motivo attorno al 1925, il professor John Galbraith insieme ad altri fonda il primo nucleo di quello che sarà l’ordine degli Ingegneri canadesi. Galbraith, preside della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Toronto, è stato anche membro della prima commissione d’inchiesta sul crollo.

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L’anello d’acciaio, simbolo e orgoglio degli ingegneri canadesi. Credit: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Steel_Iron_Ring.jpg

L’idea di un anello di ferro però è del suo collega H. E. T. Haultain, il quale ritiene che gli ingegneri debbano fare un giuramento di natura etica. A guidare la cerimonia viene istituita la Corporazione dei Sette Guardiani, così chiamati in onore dei primi sette presidenti dell’Ordine Canadese degli Ingegneri e scelti tra i membri più illustri. Per trasmettere nel modo migliore il senso di responsabilità e di orgoglio, servivano anche una promessa e un rito in grado di ispirare.

Per questo c’era bisogno del contributo di un vero ingegnere della parola: il grande scrittore e poeta inglese Rudyard Kipling, da sempre affascinato dalle conquiste della scienza e dalle opere dell’ingegno umano. Dopo aver letto la poesia The Sons of Martha, che rendeva omaggio a un ingegnere, Haultain affida a Kipling la scrittura del cerimoniale.

Il rituale della vocazione dell’ingegnere

Le cerimonie dell’Ordine non sono segrete, ma l’accesso è strettamente riservato e i dettagli non vengono divulgati, soprattutto ai media. L’inizio del rito è marcato da una serie di colpi sferrati con un martello su un’incudine. È il codice Morse delle lettere S, S, T: Soul, Spirit, Time (Anima, Spirito, Tempo) oppure Steel, Stone, Time (Acciaio, Pietra, Tempo). Un rivetto del ponte crollato è invece legato con una catenella al martello usato per dare inizio al rituale.

Il rituale della chiamata dell’ingegnere è stato istituito con il semplice scopo di indirizzare il giovane ingegnere verso la coscienza della sua professione e del suo significato, e di indicare all’ingegnere più anziano le sue responsabilità nel ricevere, accogliere e sostenere i giovani ingegneri nei loro inizi.

Marco Basso

Fonti:

  • https://en.wikipedia.org/wiki/Quebec_Bridge
  • https://en.wikipedia.org/wiki/Iron_Ring
  • https://en.wikipedia.org/wiki/Ritual_of_the_Calling_of_an_Engineer
  • https://www.kiplingsociety.co.uk/poem/poems_strain.htm

 

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