Industria e formazione, un legame da… rinsaldare

Simone Finotti

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Un’ampia riflessione sullo stato dell’arte e sulle prospettive della formazione in ambito saldatura in compagnia dell’ingegner Luca Costa, una lunghissima esperienza ai vertici dell’IIS – Istituto Italiano di Saldatura e ora CEO di IIW – International Institute of Welding. Dall’Italia al mondo, dal saldatore all’ingegnere specializzato, un lungo viaggio fra criticitĂ  ormai croniche e possibili prospettive di intervento.

AAA bravi saldatori cercasi. E non solo: oltre ai “semplici” saldatori – che tanto semplici non sono, dovendo operare in un contesto estremamente dinamico, competitivo e innovativo – le aziende hanno una gran “fame” anche di tecnologi della saldatura e, ancora più in alto nell’organigramma, di ingegneri della saldatura. Un vero e proprio esercito di manodopera e management specializzato in un ambito in cui, ahinoi, in Italia (ma anche all’estero) c’è sempre più carenza.

Domanda e offerta, due mondi che non si incontrano

Una discrasia, anzi, un vero abisso tra domanda e offerta che nessuno saprebbe spiegare meglio di Luca Costa, attuale Chief Executive Officer di IIW – International Institute of Welding. Genovese, classe 1973, ha nel sangue la passione per la meccanica, e la saldatura in particolare. «Da sempre sono stato in contatto con il mondo della saldatura, e proprio con l’Istituto Italiano della Saldatura ho svolto la mia tesi di laurea», dice.

Carenza di manodopera? Un problema globale

Un curriculum importante, che ne fa uno dei massimi esperti internazionali del settore e che lo ha messo in contatto con la realtà del mondo della saldatura a tutte le latitudini. E gli dà modo di osservare, da una prospettiva privilegiata, come certe problematiche e criticità siano diffuse un po’ dappertutto, seppure per motivi diversi. «Quello della scarsità di manodopera specializzata è un problema che si avverte ovunque.

La differenza, semmai, sta nei motivi alla base: c’è una fetta di mondo in via di sviluppo in cui mancano i mezzi e il know-how, la cultura e le risorse per formare personale di saldatura in loco, e ci sono invece i Paesi più industrializzati, tra cui l’Italia, in cui si paga la scarsità di attrattiva del settore per i giovani ma ancor prima per gli enti di formazione, a partire dalle scuole.

In Italia, effettivamente, non è semplice attrarre persone nel mondo della saldatura».

di Simone Finotti

 

 

 

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