Fibre ottiche miniaturizzate per il trattamento dei tumori

Aldo Cavalcoli

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fibre ottiche miniaturizzate

Le fibre ottiche miniaturizzate contribuiscono a migliorare la cura e il trattamento dei tumori, grazie a un dispositivo sviluppato dal Virginia Tech College of Engineering, che sembra avere tutte le potenzialità per andare oltre gli attuali metodi di somministrazione.

Per stessa ammissione degli oncologi, infatti, quest’ultimi hanno sostanzialmente un successo moderato, non consentendo di calibrare i farmaci a garanzia di una risposta terapeutica adeguata, e neppure di ridurre le tossicità sistemiche.

La novità di questo approccio che rientra nella categoria delle terapie fotodinamiche sta nell’aver abbinato a una più tradizionale somministrazione locale di farmaco anche una misura tramite elettrodi dei segnali elettrici del tumore, con valutazione dei valori di impedenza, da cui una valutazione in tempo reale di crescita e regressione.

Questi elettrodi integrano anche fibre ottiche miniaturizzate che permettono di aumentare l’efficacia della terapia fotodinamica (PDT, Photo-Dynamic Therapy), metodologia consolidata per trattamenti locali che fa uso di agenti fotosensibilizzanti attivati da luce generata da laser o altre sorgenti come i LED.

Come verifica sperimentale, i ricercatori hanno iniettato cellule tumorali in topi che erano stati prima curati, per testarne la memoria immunitaria, non riscontrando ricrescita alcuna in nessuno dei topi guariti, il che lascia intendere che questo nuovo approccio fotodinamico riesce a produrre un’immunità antitumorale forte e duratura.

 

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