Formazione di giovani da inserire nelle attrezzerie

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Il tema della formazione di giovani da inserire nelle attrezzerie è spinoso. Spesso i giovani assunti con contratti di apprendistato o persino a tempo indeterminato presso le attrezzerie gettano la spugna perché al lavoro minuzioso ma creativo dello stampista, preferiscono mansioni più semplici, per quanto più ripetitive e noiose. Questa è per lo meno l’esperienza frequentemente vissuta dalla presidente di Ucisap e CEO della vicentina Dioma, Cristina De Rosso, che non nasconde come la ricerca e l’arruolamento di menti e braccia nuove nel settore della meccanica di precisione diventi un’attività sempre più complicata.

Quali difficoltà incontra più spesso nel reperire forze fresche sul territorio, presidente?

Innanzitutto, chi è riuscito a trovarne le tiene ben strette e non credo sia eticamente giustificabile agire in modo da sottrarle ai colleghi. Per la mia azienda, rimpiazzare i dieci dipendenti che, in soli cinque anni, sono arrivati alle soglie della pensione, è stato ed è un’odissea. Inserire un apprendista e formarlo sul campo è oneroso. Ho calcolato un investimento da 15 mila euro circa in poco più di un anno sfociato nelle dimissioni a favore della lavorazione di pezzi in serie o della riparazione di auto e moto in un’officina, preferiti per il semplice fatto che richiedono meno attenzione e passione.

Cristina De Rosso, presidente di UCISAP e CEO della vicentina Dioma

A chi debbono essere attribuite le principali responsabilità di un simile comportamento?

Possono esserci, certo, questioni e ragioni di ordine personale, ma c’è anche dell’altro. Ovvero una formazione scolastica che sulla meccanica di precisione lascia particolarmente a desiderare e incide poi a cascata sull’aspetto motivazionale della persona. Le tolleranze al centesimo che sono il cuore del nostro lavoro sono cosa delicata e vanno seguite con dedizione e pazienza. Va ridiscussa, e trasmessa sia agli insegnanti sia alle famiglie, l’immagine stessa della formazione tecnica, che è tutto fuorché un percorso di serie b e può valorizzare, esattamente come altri, il talento personale. Infine, bisogna comunicare l’idea di un’attrezzeria lontana dallo stereotipo vecchio di un luogo brutto, sporco e cattivo, perché questo non corrisponde al vero. Questo è il messaggio da veicolare.

Sotto l’ombrello di UCISAP o in autonomia Lei sta però provando a reagire: in che modo?

Grazie al dialogo instaurato personalmente con un dirigente scolastico, e poi con il supporto dell’associazione, sta prendendo forma a Vicenza un progetto pilota che coinvolge gli ITS e ha potuto accedere a un bando regionale del 2021. Prevede 800 ore di formazione sugli stampi fra parti teoriche ed esperienza in reparto e quel che più mi ha colpito è l’adesione immediata ed entusiastica di 15 imprese locali che hanno permesso il finanziamento dell’iniziativa, in partenza in estate.

Allo stesso tempo, è in cantiere una collaborazione con gli Istituti tecnici statali di 12 città…

Anche questa è recentissima e comprende 150 ore di didattica declinate a seconda delle tipicità del tessuto produttivo delle varie zone. Nel nostro caso gli stampi e la meccanica di precisione, con la loro nomenclatura e il loro vocabolario unici, ben diversi da quelli di altri settori dell’industria. Le lezioni dovrebbero prendere il via in coincidenza con l’ultimo trimestre dell’anno scolastico.

Privilegiate la formazione tecnica superiore o puntate anche sul dialogo con le università?

Il mondo accademico è un interlocutore importantissimo tanto per UCISAP quanto per Dioma. A livello associativo stiamo stringendo relazioni e tessendo sinergie in merito agli studi per la risoluzione di problemi tecnici specifici. Siamo interessati alla mappatura dei servizi che gli atenei possono, o in futuro potrebbero, garantire alle nostre imprese, allargando così la base degli iscritti.

Roberto Carminati 

 

 

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