Gestione dei fluidi lubrificanti e oleodinamici

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L’olio, sia minerale che sintetico, è il liquido comunemente utilizzato sia per la trasmissione di energia nei circuiti idraulici sia per la lubrificazione degli organi meccanici. È fondamentale garantire una corretta gestione degli oli per evitare errori e conseguenti danni ai macchinari e all’ambiente.

Con il nome di oli lubrificanti si identifica una classe di miscele liquide utilizzate per la lubrificazione di organi meccanici. Dal punto di vista chimico, sono costituiti da una base di natura idrocarburica e da un insieme di additivi, che possono essere di origine minerale, semisintetica o sintetica. L’olio lubrificante si ottiene dalla raffinazione del petrolio con l’aggiunta di speciali additivi che conferiscono nuove proprietà al prodotto, migliorandone le caratteristiche e allungandone la vita. Esso è utilizzato negli organi meccanici dei macchinari e nei motori allo scopo di ridurre l’attrito tra le parti in movimento reciproco, al fine di proteggere i componenti dall’usura, favorire la dispersione del calore e prevenire il deposito di eventuali residui non solubili nell’olio stesso, mantenendoli in sospensione e depositandoli in un filtro destinato a trattenerli. Come sopra accennato, gli oli lubrificanti sono normalmente composti da una base idrocarburica e da un insieme di additivi. Questi additivi compongono dal dieci al trenta percento del volume complessivo del lubrificante. L’additivazione è suddivisa in pacchetti per il miglioramento della viscosità, dell’indice di viscosità, della detergenza, per inibire la formazione di schiuma o l’ossidazione e sono per lo più in comune a tutti i lubrificanti oggi in commercio. Possiamo quindi distinguere alcuni tipi di basi:

  • minerali: sono le basi ottenute dalla raffinazione del petrolio;
  • minerali idrogenate o semisintetiche: ottenute tramite idrogenazione da basi minerali o da gas naturale;
  • sintetiche: ottenute per sintesi chimica e non dal petrolio;
  • rigenerate: i lubrificanti che vengono raccolti dai consorzi oli usati, dopo accurate procedure di nuova raffinazione e additivazione del prodotto, vengono reimmessi sul mercato.

Pianificare la lubrificazione

Al fine di garantire il corretto funzionamento dei vari componenti meccanici degli impianti industriali, è fondamentale avere un efficace piano di lubrificazione: esso viene svolto dai manutentori oppure dagli operatori di produzione. In quest’ultimo caso è necessario provvedere ad una attenta formazione del personale, per evitare che errori involontari provochino danni anche importanti sui mezzi di lavoro.

Si tratta della cosiddetta manutenzione autonoma, parte fondamentale della metodologia giapponese Total Productive Maintenance (TPM), che fa dell’attività di controllo svolta dai conduttori una delle sua carte vincenti.

Il programma di lubrificazione si avvale di specifiche schede di lubrificazione, che indicano la tipologia di olio e le modalità di erogazione, e di sentieri di lubrificazione; per sentieri di lubrificazione si intende quella serie di elementi e di operazioni, tipiche di ciascuna macchina, raggruppabili in insiemi di caratteristiche tecniche omogenee secondo una successione logica. In forza di ciò, l’insieme di punti da lubrificare deve essere compreso in un’area quanto più ristretta possibile ed ogni punto il più possibile vicino a quello che lo precede, al fine di ridurre al massimo gli spostamenti dell’operatore.

 

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