Quali ingranaggi per i veicoli elettrici?

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Quali ingranaggi per i veicoli elettrici? La parola a Paolo Brusori, amministratore unico dell’Officina Meccanica Brusori, situata Vernio (Prato).

Il comportamento NVH (Noise Vibration Harshness) costituisce uno dei requisiti più stringenti per le trasmissioni dei veicoli elettrici. Secondo la vostra esperienza, quali sono le ricadute sulle proprietà richieste alle superfici di dentatura, e sui requisiti di tolleranze in generale? Conseguentemente, qual è l’impatto sui processi di finitura?

Cercando di identificare la situazione vibrazionale di un veicolo elettrico alle diverse condizioni di guida – commenta Paolo Brusori, amministratore unico dell’omonima officina meccanica di Vernio, in provincia di Prato – la valutazione del comportamento NVH dipende soprattutto dalla rigidità della scocca, dalla massa e dalla elasticità delle sospensioni. Considerando però che il livello di rumorosità nell’automobile durante la marcia è sicuramente influenzato in buona percentuale anche dalla rumorosità delle componenti del sistema di trasmissione, le ricadute sulle proprietà richieste alle superfici di dentatura sono inevitabilmente proiettate verso l’aumento generale della qualità; qualità generali della dentatura che sono sempre più spinte e con requisiti di tolleranza generale sempre meno ampi.

Riguardo ai processi di dentatura, il power skiving sta prendendo sempre più piede. In particolare, le caratteristiche geometriche di alcuni ingranaggi tipicamente utilizzati nelle trasmissioni dei veicoli elettrici si prestano in modo ottimale alla costruzione con questa tecnologia. Qual è il vostro punto di vista? Avete qualche caso significativo da raccontare?

Tra le nostre tecnologie, utilizzate per la realizzazione di ingranaggi speciali a disegno, non abbiamo il power skiving, tecnologia che richiede l’impiego di macchinari impegnativi in termini di investimento, poco versatili per i lotti da un pezzo o da poche unità. Ci siamo invece attrezzati con una macchina a elettroerosione a filo, per realizzare alcuni profili speciali per i clienti più esigenti.

Paolo Brusori, amministratore unico dell’omonima officina meccanica di Vernio, in provincia di Prato

È indubbio come il numero di ruote dentate necessarie in un veicolo elettrico sia significativamente minore rispetto ai veicoli ICE (Internal Combustion Engine). Quali sono le vostre previsioni sulle conseguenze economiche di questa tendenza.

Il fatto che, in un veicolo elettrico, il numero di ruote dentate sia significativamente minore rispetto ai veicoli ICE e che – in generale – si stia assistendo a una diminuzione della domanda di veicoli, per puntare a forme di utilizzo a tempo, è sicuramente un aspetto da osservare con interesse; chi ha basato la propria produzione sui suddetti comparti, non vorrà certo arrendersi al destino e cercherà di spostare il proprio mercato su altri settori. Chi, come noi, punta al settore industriale oppure si orienta verso ambiti legati alla costruzione di macchinari, vedrà sicuramente un aumento della concorrenza

L’industria italiana degli ingranaggi sembra essersi ripresa nel migliore dei modi dalla crisi determinata dalla pandemia. Qual è il vostro punto di vista? Quali sono le vostre previsioni per i prossimi mesi e anni?

Ci sentiamo di evidenziare che, per effetto della pandemia, abbiamo assistito a un notevole aumento di disservizi dovuto sia alla situazione dei trasporti intercontinentali, sia alla difficoltà di gestione del flusso di servizi al cliente, da parte di molte aziende che si approvvigionano in sedi estere, a causa delle restrizioni imposte dal Covid. Ora, finalmente, si assiste a incremento della richiesta di macchinari, generato dagli importanti piani di agevolazione fiscale nazionali, destinati a promuovere Ricerca & Sviluppo e Industria 4.0.

(di Gianandrea Mazzola)

 

 

 

 

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